L’urlo dei Siciliani

libert personale coaching

Non ci verrà concesso nulla, non ci verranno date opportunità, non potremo progettare un futuro per i nostri figli. 
L’ordito è fin troppo semplice, elementare direi, tanto quanto le intelligenze degli attori in campo. 
Si deve dimostrare, che la Sicilia è ingovernabile per poterla commissariare. 
I predoni sono pronti a sostituire gli ascari che fin qui, li hanno degnamente rappresentati. 
Le ricchezze e le risorse sono a portata di mano. 
I nostri diritti, i nostri interessi, le nostre rivendicazioni, resteranno disattesi e inascoltate. 
I nostri sogni resteranno tali se non avremo il coraggio di agire
Nessuno verrà a salvarci, non ci sarà nessun liberatore. 

15 maggio 1946 – 15 maggio 2016: “Dallo Statuto tradito allo Stato di Sicilia”. Siciliani Liberi nelle principali città siciliane

70 anni di attesa per vedere attuare un trattato di pace tra due Nazioni in armi sono davvero troppi. Perché questo è stato in realtà lo Statuto siciliano: un patto confederale di compromesso tra Sicilia e Italia, conquistato al termine di una guerra civile. L’Autonomia oggi sta morendo; tradita dai partiti e dello Stato italiano che, poco a poco, l’hanno svuotata di ogni contenuto e senso, l’hanno ridotta ad una devoluzione di sole spese ai Siciliani, a una condizione di minorità politica e di continuo ricatto.

Lo Stato Arabo-Siculo

La parentesi saracena (da quando questi sbarcarono a Mazara nell’827 a quando, già prima del 1100, nulla del loro dominio rimaneva piú in Sicilia) a rigore con la nostra storia c’entrerebbe poco o nulla.

Nella logica politica del Medio Evo, infatti, il mondo cristiano e quello musulmano erano divisi da un fossato incolmabile ed incommensurabile. Se è vero che ogni tanto si facevano trattati, tregue, come ad esempio quando più volte i bizantini di Calabria accettarono di pagare il tributo agli emiri di Sicilia, è anche vero che questi riconoscimenti di fatto non cancellavano l’inconciliabile diversità di diritto tra i due mondi, risolta in ultima analisi dal filo della spada.

Da una parte e dall’altra c’erano due mondi, due imperi potenzialmente universali, che si confrontavano senza riconoscersi mutuamente. Da un lato l’Impero romano e cristiano, sebbene con una frattura interna sempre più profonda tra “latini” del Sacro Romano Impero e “greci” dell’Impero Romano d’Oriente; dall’altro il Califfato arabo e musulmano, in cui la massima autorità politica coincideva con quella religiosa.

In questo senso, dal punto di vista cristiano, la conquista araba della Sicilia fu nient’altro che un’occupazione, una dominazione da riscattare con una “reconquista”, con una “liberazione” dei cristiani dal giogo del barbaro infedele. Mentre dal punto di vista opposto, quello musulmano, la Sicilia era stata una terra, l’ultima, strappata agli infedeli per mezzo della Guerra Santa, e quindi liberata all’unica Verità, quella proclamata dal Profeta e trasformata in terra di Islam.

Perché ne parliamo allora?

Il Referendum di domenica e le paure di Renzi e del sistema: noi votiamo SI’

 

Strano atteggiamento quello dell’astensionista Renzi. Chi si astiene dovrebbe disinteressarsi al voto. E invece in questi giorni si moltiplicano gli appelli, sempre più disperati, per “non” andare a votare. Hanno scomodato persino l’emerito ‘re Giorgio Napolitano’, un marchio e una garanzia, per legittimare l’assenza di democrazia in Italia….