Siamo rimasti stupiti nel leggere l’intervista a Live Sicilia del candidato M5S alla Presidenza della Regione. Ha parlato di tutto (forse pure troppo) dimenticando di entrare nel merito della questione finanziaria e dei furti dello Stato. Come mai? Le nostre domande e le risposte dovute. Alla Sicilia.
La Festa del Lavoro che non c’è e non ci sarà fino a quando saremo in catene
Festa del lavoro? Ma quale lavoro? Quello che non c’è. Non abbiamo nulla da festeggiare perché in Sicilia manca il ‘festeggiato’. E continuerà a mancare fino a quando resteremo succubi dei Governi nazionali che ci depredano
Catania, Siciliani Liberi dà il ‘benvenuto’ a Renzi
Ovunque vada, ad accoglierlo trova sonore proteste. Stamattina a Catania, c’eravamo anche noi tra i siciliani che non si bevono la propaganda e che non si arrendono ad un Governo nazionale che tratta la Sicilia come la peggiore delle colonie…
Renzi, principale responsabile del nostro tracollo, in Sicilia: accogliamolo degnamente
Siciliani Liberi apprende dalla stampa della “due giorni” in Sicilia di Matteo Renzi, per i c.d. “Patti” per Palermo e per Catania. Briciole per campagne elettorali in cambio di furti miliardari. Con quale faccia di bronzo il Presidente del Consiglio che ha calpestato più di ogni altro i nostri diritti viene proprio in Sicilia? Che viene a fare?
L’urlo dei Siciliani
Non ci verrà concesso nulla, non ci verranno date opportunità, non potremo progettare un futuro per i nostri figli.
L’ordito è fin troppo semplice, elementare direi, tanto quanto le intelligenze degli attori in campo.
Si deve dimostrare, che la Sicilia è ingovernabile per poterla commissariare.
I predoni sono pronti a sostituire gli ascari che fin qui, li hanno degnamente rappresentati.
Le ricchezze e le risorse sono a portata di mano.
I nostri diritti, i nostri interessi, le nostre rivendicazioni, resteranno disattesi e inascoltate.
I nostri sogni resteranno tali se non avremo il coraggio di agire
Nessuno verrà a salvarci, non ci sarà nessun liberatore.
15 maggio 1946 – 15 maggio 2016: “Dallo Statuto tradito allo Stato di Sicilia”. Siciliani Liberi nelle principali città siciliane
70 anni di attesa per vedere attuare un trattato di pace tra due Nazioni in armi sono davvero troppi. Perché questo è stato in realtà lo Statuto siciliano: un patto confederale di compromesso tra Sicilia e Italia, conquistato al termine di una guerra civile. L’Autonomia oggi sta morendo; tradita dai partiti e dello Stato italiano che, poco a poco, l’hanno svuotata di ogni contenuto e senso, l’hanno ridotta ad una devoluzione di sole spese ai Siciliani, a una condizione di minorità politica e di continuo ricatto.
Contenziosi con lo Stato, l’Ars contro Crocetta. Ma noi guardiamo oltre
Ieri, finalmente, l’ARS ha condannato moralmente il Governo Crocetta a “rimangiarsi” l’accordo-capestro con il quale la Regione rinunciava nel 2014 ai frutti derivanti dal contenzioso con lo Stato in cambio di un insignificante rilassamento dei limiti del patto di stabilità. Si trattava di ricorsi per miliardi di euro.
Siciliani Liberi contro l’inaugurazione del monumento dei Mille a Marsala
Presidio indipendentista di contestazione, ieri pomeriggio, a Marsala contro l’inaugurazione del monumento dedicato ai Mille di Garibaldi, da parte del nostro Circolo William Galt/Luigi Natoli
Noi abbiamo fatto il nostro dovere! Più di un milione di Siciliani alle urne
Il referendum non è andato come speravamo. Ha vinto il regime post democratico di Renzi. Ma non mancano i segnali positivi che arrivano dalla Sicilia dove 1.146.308 elettori sono andati alle urne e il 92% di questi ha votato contro le trivelle…
Lo Stato Arabo-Siculo
La parentesi saracena (da quando questi sbarcarono a Mazara nell’827 a quando, già prima del 1100, nulla del loro dominio rimaneva piú in Sicilia) a rigore con la nostra storia c’entrerebbe poco o nulla.
Nella logica politica del Medio Evo, infatti, il mondo cristiano e quello musulmano erano divisi da un fossato incolmabile ed incommensurabile. Se è vero che ogni tanto si facevano trattati, tregue, come ad esempio quando più volte i bizantini di Calabria accettarono di pagare il tributo agli emiri di Sicilia, è anche vero che questi riconoscimenti di fatto non cancellavano l’inconciliabile diversità di diritto tra i due mondi, risolta in ultima analisi dal filo della spada.
Da una parte e dall’altra c’erano due mondi, due imperi potenzialmente universali, che si confrontavano senza riconoscersi mutuamente. Da un lato l’Impero romano e cristiano, sebbene con una frattura interna sempre più profonda tra “latini” del Sacro Romano Impero e “greci” dell’Impero Romano d’Oriente; dall’altro il Califfato arabo e musulmano, in cui la massima autorità politica coincideva con quella religiosa.
In questo senso, dal punto di vista cristiano, la conquista araba della Sicilia fu nient’altro che un’occupazione, una dominazione da riscattare con una “reconquista”, con una “liberazione” dei cristiani dal giogo del barbaro infedele. Mentre dal punto di vista opposto, quello musulmano, la Sicilia era stata una terra, l’ultima, strappata agli infedeli per mezzo della Guerra Santa, e quindi liberata all’unica Verità, quella proclamata dal Profeta e trasformata in terra di Islam.
Perché ne parliamo allora?