Storia politica della Sicilia – Ruggero I

Con questa puntata si inizia una storia diversa da quella “istituzionale” che già pubblichiamo da diverse puntate. La “Storia istituzionale”, infatti, si limita a studiare le vicende istituzionali dello Stato di Sicilia attraverso i secoli, per giustificarne il suo diritto storico e naturale all’indipendenza, naturalmente corredando tale diritto di fatti e notazioni giuridiche e non di argomentazioni retoriche o agiografiche che lasciano il tempo che trovano.

Diversa dalla storia “istituzionale” è la storia “politica” che infatti sarà fatta in passaggi più brevi ma più intensi.

Questa è la storia dei Governi e dei Parlamenti che si sono susseguiti nell’Isola, corredata dei passaggi politici e istituzionali più importanti.

Abbiamo deciso di trascurare la storia politica della Sicilia antica, imperiale e saracena, perché troppo lontana da oggi. Forse lo faremo in una fase successiva, quando la storia politica della Sicilia moderna e contemporanea sarà giunta ai giorni nostri.

In questa sede, quindi, partiamo dalla conquista normanna e dal primo dei Governi che ebbe la Sicilia rinata a stato pienamente sovrano: quella del Gran Conte Ruggero I della famiglia degli Altavilla.

Dalla Gran Contea al Regno di Sicilia superpotenza internazionale

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Nei fatti il Duca di Puglia, Roberto, di Sicilia non si poté occupare troppo. Aiutò il fratello Ruggero sulle prime alla conquista dell’Isola, tenne per qualche tempo per sé la città di Palermo, poi solo mezza, e l’alta sovranità sull’Isola, ma non usò mai il titolo di “Duca di Sicilia”. La sua strategia di consolidamento dei possedimenti nell’Italia meridionale e i tentativi di espansione nei Balcani lo portavano lontano.

Fu Ruggero I invece il vero edificatore del nuovo Stato di Sicilia sulle ceneri dell’Emirato in frantumi. Dal 1060 (primo sbarco a Messina) al 1098 (presa di Malta) la sua vita fu un’epopea di conquiste dalle quali sarebbe uscita quella Sicilia che poi sarebbe arrivata sino alla contemporaneità. Al termine di questa epopea l’Apostolica Legazia (1098) riconosciuta da Urbano II garantiva ai sovrani siciliani un controllo autonomo sulla Chiesa siciliana che li rendeva piú simili agli imperatori d’oriente che non a sovrani occidentali.

Ruggero si appoggiò quanto poté su ciò che restava a Palermo dell’amministrazione saracena, molto piú efficiente di quella feudale ancora prevalente in tutta Europa, Italia meridionale inclusa. Anzi potremmo dire che la miscela tra elementi arabi, greco-siciliani, monaci benedettini francesi e la spada dei normanni creò la base per una potenza politica ed economica senza precedenti.

Anche l’amministrazione interna – la divisione in Valli ad esempio – fu complessivamente lasciata, pur se i sovrani normanni su questa ritagliarono una mappa di diocesi vescovili che, con qualche innesto successivo, è tutto sommato ancor oggi riconoscibile.

Non solo all’ARS – Pensavano di farla franca i Senatori siciliani traditori…

 

Pensavano di farla franca, i Senatori eletti in Sicilia che, nel nome dello Stato, hanno dato un aiutino all’accordo scellerato che priva la Sicilia di tutte le sue risorse. I giornali, anche quelli Siciliani, li hanno “coperti”. Noi Siciliani Liberi li esponiamo al giudizio dei loro “elettori”, affinché li mandino in pensione per sempre. Guardate cosa hanno fatto…. Poi parleremo della Camera e della conversione del DL sull’accordo…