Arabia Saudita e Sicilia. Cosa sta succedendo?

“Siciliani Liberi” intende porre all’attenzione dei Siciliani tutti, senza alcun isterismo di un segno o dell’opposto, un fenomeno di assoluto rilievo di questi ultimi tempi.

Ognuno si tenga le proprie idee al riguardo. Noi facciamo però alcune osservazioni ed esprimiamo alcune forti preoccupazioni, vista la totale assenza dei “partiti italiani” su di un tema che riguarda il nostro futuro molto da vicino.

Prima i fatti, solo quelli per favore, ché già ci sono troppi pregiudizi in giro.

Signor Mieli, se non sa di cosa sta parlando, è meglio che taccia

 

Apprendiamo da “Linkiesta.it” che Paolo Mieli, già direttore del Corriere della Sera, alla presentazione di un libro a Cortina D’Ampezzo si sia lasciato andare a considerazioni sul rapporto tra Italia e Europa, in cui tira in ballo la Sicilia come i cavoli a merenda.

Che bello fare il “giornalista” che pontifica sul nulla. Parla, portando esempi che non stanno in piedi, e per portare un esempio di “malaffare”, di cattiva condotta “italiana”, cosa poteva citare se non il capro espiatorio nazionale, cioè la Sicilia?

 

Storia politica della Sicilia – Adelasia

Tra i Governi Siciliani ce ne sono stati molti anche guidati da donne. Nell’Antico Regime questo accadeva durante la minorità dei piccoli sovrani, ancora incapaci a succedere.

Oggi parleremo della reggenza di Adelasia, ultima moglie di Ruggero, che governò la Sicilia dal 1101 al 1112, quando il diciassettenne Ruggero II uscì finalmente di tutela.

Le reggenze femminili, in un mondo dominato dagli uomini e dalla prepotenza, per non dire violenza feudale, erano periodi molto delicati, durante i quali gli stati faticosamente costruiti andavano spesso in pezzi.

Così non fu per la Gran Contessa Adelasia, che, un po’ per la sua prudenza, un po’ per la solidità dell’edificio lasciatole da Ruggero I, consegnò al figlio il dominio paterno senza aver perso né un centimetro quadrato di dominio, né un briciolo di prerogative sovrane.

Quanto regala la Sicilia all’Italia di accise petrolifere?

(elaborazione tratta da Alessandro Dagnino, FB, 18 agosto 2016)

Di solito, quando si parla di “Indipendenza Siciliana”, la prima reazione dell’interlocutore medio, ben indottrinato dalla propaganda centralista è: “ma siamo pazzi? da soli moriremmo di fame! se non fosse per l’Italia che ci mantiene…”.

Ma è poi vero che la Sicilia è mantenuta dall’Italia e non viceversa? Facciamo quattro conti, oggi, su quanto guadagna lo Stato italiano dalle imposte indirette di produzione e consumo riscosse in Sicilia…

Nuovo balzello in vista per i Siciliani: i pedaggi

Lo sappiamo che in tutto il mondo le autostrade sono in genere a pagamento. Sappiamo che i pedaggi servono per pagare manutenzioni ordinarie e straordinarie. Non facciamo populismo fine a se stesso. Però questa storia dei pedaggi sul sistema di “auto-trazzere” siciliane, chiamate impropriamente “autostrade”, proprio non lo possiamo digerire.

Lingua e letteratura latina di Sicilia (II parte)

L’età sveva:

La fase “sveva” della storia siciliana, durante il lungo regno dell’Imperatore Federico II e poi del figlio Manfredi, segna un periodo in cui la letteratura latina fu finalmente grande. È pur vero che in questo stesso periodo nasce anche la letteratura volgare, e quindi la Lingua Siciliana scritta, ma questa è ancora soltanto lingua di poesia, incapace di sostituire il latino in tutti gli usi “seri”, siano essi quelli amministrativi o quelli scientifici, che invece ora sono in grande rigoglio in Sicilia. In questa fase troviamo pure finalmente autori latini siciliani, sebbene siano ancora molto pochi in relativo ai non pochi immigrati o ai “meridionali” della parte continentale del Regno.

Il tratto di quest’epoca è che la latinizzazione dell’Isola, iniziata con l’invasione normanna, prende finalmente l’accelerazione che porta le altre lingue e religioni dell’isola o alla rapida scomparsa (come con gli arabi) o al declino o all’emarginazione (come con i greci e gli ebrei). Già l’ultimo re normanno, Tancredi, aveva abolito l’uso corrente del greco nella cancelleria regia a favore del latino (siamo nel 1190, ma ancora – fino alle successive Costituzioni di Melfi – le leggi sarebbero state scritte anche in greco) che, a parte l’uso da “ghetto” dell’arabo per i pochi musulmani rimasti, diventa così l’unica lingua ufficiale dell’isola.

SISTEMA METRICO SICULO

Il sistema di pesi e misure in vigore in Sicilia prima dell’annessione all’Italia – è noto – non era il Sistema Metrico Decimale ed i suoi derivati giunti fino al moderno Sistema Internazionale. Con un interesse esclusivamente storico, troviamo giusto che i Siciliani di oggi conoscano i pregi e la precisione del sistema con cui i nostri avi misuravano e pensavano, anche per poter leggere documenti d’archivio o capire espressioni relativamente recenti. Si propone di seguito tale sistema, più volte corretto nei secoli e che trovò una sistemazione scientifica ai primi dell’Ottocento in un momento eccezionale della nostra storia e per l’opera di valentissimi scienziati (Piazzi, Marabitti, Cacciatore ed altri).

Misure di lunghezza:

Unità fondamentale è il Palmo Siciliano (Parmu Sicilianu) pari a cm 25,80978.

Così il Metro lineare sarà pari a Palmi 3,8745.

Da notare che il Palmo è molto simile alle misure in vigore in Europa prima dell’avvento del sistema decimale. Ad esempio un antico Piede romano era pari a cm 29,56 ovvero il Piede anglosassone o russo è pari a cm 30,48, cioè a circa 1,18 Palmi siciliani.