Lo Statuto definitivo e l’inizio dei “rinvii”

Alla fine, incalzati dai fatti d’armi (la battaglia di Monte San Mauro), la Consulta precipitò i propri lavori, con una prevalenza schiacciante degli autonomisti/federalisti (cripto-indipendentisti) rispetto ai centralisti.

I fatti sono noti: dalla Commissione lo Statuto passò alla Consulta, da questa al Governo italiano che lo approvò e infine andò alla firma del Re, che da poco era Umberto II, non più Luogotenente per l’abdicazione di Vittorio Emanuele III.

Ai primi di gennaio si arrivò ad un armistizio con i Separatisti. Due fatti erano determinanti. In primo luogo l’indipendentismo con centinaia di carcerati, sedi devastate e svuotate dalla polizia o da folle prezzolate dalle questure, isolata dall’abbandono internazionale, dall’opportunismo della classe dirigente, che aveva fiutato il vento, non faceva più paura. Si era capito che era stato ridotto in minoranza nella società, magari una grossa minoranza, ma sempre una minoranza.

Poi, tutto sommato, dal punto di vista dei Separatisti, la conquista dello Statuto se non era l’indipendenza poco ci mancava. Ci si poteva adattare a fare i “federalisti”, in attesa di tempi migliori. Ottenevano lo Statuto, l’amnistia, la possibilità di riorganizzarsi politicamente e di presentarsi alle elezioni. Anche se il tempo era poco per riorganizzarsi era un compromesso accettabile. L’Evis veniva naturalmente sciolto. Era il Trattato di pace tra Italia e Sicilia che determinava la nascita dello Statuto. 

Ma concentriamoci sulla parte finanziaria.

RICORSO AL TAR CONTRO LA ZTL CENTRALE

Il Movimento politico SICILIANI LIBERI ha deliberato, nel corso della serata di ieri, la partecipazione al ricorso promosso da Bispensiero e da Vivo Civile contro l’istituzione delle Ztl.      RICORSO AL TAR CONTRO LA ZTL CENTRALE – ASSEMBLEA CITTADINA – CONFERENZA STAMPA BISPENSIERO e VIVO CIVILE annunciano la presentazione di un nuovo ricorso al … Continue reading “RICORSO AL TAR CONTRO LA ZTL CENTRALE”

Gli altri progetti

Nel 1945 la Consulta, dopo essersi insediata, espresse una Commissione ristretta dalla quale sarebbe dovuta uscire la versione finale dello Statuto.

Non c’è bisogno di dire che la Questione finanziaria da allora cominciò ad essere la vera materia del contendere tra Sicilia e Italia.

Da un lato c’erano gli autonomisti veri, tra cui soprattutto Guarino Amella; dall’altro l’Alto Commissario Aldisio, che cercava di depotenziare al massimo il contenuto della grande Riforma.

Citiamo Guarino Amella perché fu il più combattivo di tutti. Presentò un progetto, il più fedele a quello Vacirca, appena appena adattato al nuovo contesto in cui la Sicilia non godeva più dell’appoggio internazionale. Grande patriota indipendentista, dopo i primi mesi dopo lo sbarco, con grande senso di responsabilità e pragmatismo, a nostro avviso “si finse” autonomista, per insinuarsi tra i partiti italiani che avrebbero deliberato sull’Autonomia, e spingere questa al massimo possibile.

Il Progetto Vacirca e l’Alto Commissariato

Inauguriamo con questo articolo una serie di interventi in cui si racconta per filo e per segno la storia della mancata attuazione dello Statuto in materia finanziaria.

Cominciamo dall’inizio.

Con lo scioglimento dell’amministrazione della Luogotenenza, nel 1862, a seguito di uno stato di assedio dovuto alla cosiddetta “Rivolta dei Cutrara”, ciò che restava dell’amministrazione centrale regia, e poi viceregia, dell’antico Regno di Sicilia, sopravvissuto come “Luogotenenza” durante tutto il Regno delle Due Sicilie, veniva definitivamente sciolto. Nei primi due anni di vita lo Stato italiano aveva voluto dare così risposta alla ben più ampia domanda di autogoverno presentato dal Consiglio di Stato di Sicilia, che richiedeva una totale e ampia devoluzione legislativa, amministrativa, finanziaria e giudiziaria per l’ex Stato di Sicilia. Ora, alla prima occasione di disordini, anche questa moderatissima devoluzione amministrativa cessava di esistere, e con essa ogni forma di identità politica propria della Sicilia.

Sanità: Lo Stato italiano sta uccidendo i Siciliani – Ecco i numeri

La ridefinizione della struttura sanitaria regionale, telecomandata da Roma, ed eseguita prontamente da un governo regionale servo, sta facendo sollevare mezza Sicilia.

Ci è venuto un dubbio. Ma come mai tutti i giornali e telegiornali parlano solo di sprechi della sanità meridionale e siciliana e qui, per esperienza diretta, troviamo solo diritto alla salute negata ed ospedali chiusi?

Storia politica della Sicilia – Ruggero II

Ruggero II. Non “un” Re di Sicilia, ma IL Re di Sicilia per eccellenza. Un gigante della storia, fondatore (o ri-fondatore come vedremo) del Regno di Sicilia, e a un tempo fondatore del Parlamento, e delle due cose insieme, cioè della Monarchia parlamentare. Porta a termine l’edificio politico iniziato dal padre Ruggero I, al quale dà una forma che sfiderà i secoli, e porta la Sicilia al rango di superpotenza internazionale. La sua reggia è un crogiolo di cultura, un misto di potenza, sfarzo, saggezza amministrativa, insomma la “grandezza” al centro di una metropoli, Palermo, allora più grande di Roma o Parigi. La sua flotta temuta in tutto il Mediterraneo.

Ma andiamo con ordine, cercando di discernere il mito dalla realtà. Prendiamo un’ideale macchina del tempo e ripercorriamo la straordinaria epopea del suo governo, dal 1112 (quando uscì di tutela) al 1154, anno della sua morte. Su di lui sono stati scritti libri interi, e questo compendio – sia pure lungo – farà torto a molti dettagli. Ma accontentiamoci, sia pure a fini divulgativi.

Intanto sfatiamo subito un mito: per favore, non chiamiamolo “normanno”, se non di ascendenza.

7 Settembre 2016: Commemorazione dei Camiciotti di Messina

Condividiamo l’evento organizzato dall’Associazione “La Sicilia ai Siciliani” e da “Welcome to Me” che ricorda ogni anno il 7 settembre i “Camiciotti” che durante le “5 giornate di Messina” donarono la loro vita per l’ideale di una Sicilia indipendente preferendo buttarsi in un pozzo (oggi in via Cesare Battisti presso la Casa dello Studente) pur di non consegnarsi prigionieri al nemico, in gran parte costituito da mercenari, durante la Rivoluzione indipendentista del 1848.
Quei ragazzi volevano solo una Sicilia Libera, e per questo erano disposti a morire.

RIPRENDIAMOCI IL FUTURO

Entra nel vivo la campagna referendaria. 10 settembre, sabato prossimo, alle ore 17.30 presso lo Splendid Hotel La Torre di Mondello, Palermo, Siciliani Liberi invita ad un pubblico confronto sul tema del referendum costituzionale il filosofo Diego Fusaro. All’incontro partecipa il nostro Presidente, Prof. Massimo Costa che in particolare sottolineerà gli effetti della legge di modifica … Continue reading “RIPRENDIAMOCI IL FUTURO”