C O M U N I C A T O
Il Movimento Politico Siciliani Liberi esprime la propria solidarietà ai pastori sardi che in questi giorni stanno protestando contro il ridicolo e antieconomico prezzo del latte imposto dalle industrie di trasformazione.
movimento politico
C O M U N I C A T O
Il Movimento Politico Siciliani Liberi esprime la propria solidarietà ai pastori sardi che in questi giorni stanno protestando contro il ridicolo e antieconomico prezzo del latte imposto dalle industrie di trasformazione.
LE DICHIARAZIONI DI #BUSSETTI
RICORDANO A #SICILIANI
QUAL È IL VERO VOLTO DELLA#LEGA
I dati sui conti pubblici segnalano in maniera inoppugnabile come la spesa sociale pro capite al Sud (scuola, pensioni, sanità) sia nettamente inferiore a quella destinata al Nord.
Limitandoci al settore dell’istruzione, gli effetti di tale ingiusto squilibrio si traducono in emigrazione di massa – che coinvolge tanto gli insegnati quanto gli studenti -, scuole fatiscenti e didattica sconvolta da innumerevoli disagi.
Nei giorni scorsi sono stati diffusi i nuovi dati dell’Eurostat riferiti all’anno 2017. In base ad essi la condizione dei giovani siciliani risulta quantomai drammatica. All’incirca la metà delle persone tra i 25 e i 34 anni non studia né lavora (i cosiddetti “NEET”).Anche i dati relativi alla ricerca attiva di un lavoro ed allo svolgimento dei tirocini segnalano un’ondata di rassegnazione crescente.
Giovani Siciliani Liberi
di Armando Melodia “Noi siamo un popolo che si porta dietro una tara genetica: quella di considerarci più furbi degli altri e di cogliere le opportunità in senso negativo. Invece di utilizzare l’autonomia come opportunità l’abbiamo utilizzata per privilegi e per dare occupazione improduttiva.” Queste le incredibili parole del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, … Continue reading “SICILIANI: UN POPOLO TARATO?”
di Giovani Siciliani Liberi
Al di là degli aspetti tecnici della riorganizzazione dei corsi, su cui sospendiamo il giudizio, questa notizia certifica in maniera plastica quanto allarmanti siano certi dati statistici.
Da indiscrezioni presso la RGS arrivano bruttissime notizie per quel che riguarda l’Autonomia delle Regioni del Nord.
A quanto pare daranno a quelle regioni il 90 % del riscosso, ovunque sia maturato il tributo, quindi comprese le risorse che il nostro Statuto ci garantisce con l’art. 37. Non più derubate dallo Stato, come era stato fino ad oggi, ma direttamente dalla Regione Lombardia, dalla Regione Veneto e dalla Regione Emilia-Romagna, senza neanche passare da Roma. Non è che non sappiano che tra il “riscosso” e il “maturato” ci sia un’enorme differenza, ma sanno anche che il “maturato” nelle singole regioni ad oggi non è oggetto di misurazione statistica. E quindi, nel frattempo, vince il “riscosso”.
Cerchiamo di spiegare con un semplice esempio la portata pratica di questa “svolta”.
di Armando Melodia
Ricordare è importante! La memoria di ciò che abbiamo vissuto e di ciò che hanno vissuto coloro che ci hanno preceduto è importante. Senza passato non c’è futuro! La memoria è anche un antidoto contro veleni che come fiumi sotterranei possono riemergere e intossicarci nuovamente e nuovamente portare all’offuscamento delle menti, all’aberrazione, alla catalogazione dei “nemici” contro i quali scatenare l’odio, alla individuazione di bersagli “moralmente” accettabili sui quali sfogare con violenza le nostre frustazioni. Ricordare è importante! Così come è importante rigettare atteggiamenti, parole, comportamenti che ripropongono una propria presunta superiorità, oppure una altrettanto presunta inferiorità di altri, affidando il discrimine all’appartenenza ad un gruppo, ad una religione, ad una razza, ad un orientamento sessuale. L’antisemitismo, l’omofobia, il razzismo, che pure coscientemente aborriamo, sono troppo spesso soltanto dietro l’angolo del nostro sentire, nascoste dal velo dell’ipocrisia dietro un motto di spirito, un sarcasmo, un “mi piace” sfuggito alla tastiera.
Ricordare è importante ma la memoria non può e non deve essere selettiva. E allora dobbiamo ricordare che l’olocausto, la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio nazisti riguardò anche i siciliani.
di Armando Melodia
Oggi si è concluso il congresso della CGIL con l’elezione di Maurizio Landini a segretario generale.
A lui un sincero augurio di buon lavoro.
Però voglio cogliere questa occasione per avviare una riflessione sul sindacato e in particolar modo sul sindacalismo siciliano.
So bene che oggi la parola sindacato evoca reazioni di disapprovazione se non di disgusto e appellare qualcuno con il termine sindacalista sembra avere una accezione offensiva. Cerchiamo però di ragionare restando al di sopra di queste sensazioni – spesso perfino giustificate – e proviamo a distinguere la funzione sociale del sindacato dall’interpretazione che di questa hanno dato i sindacati italiani negli ultimi decenni. Partiamo dal principio: il sindacalismo nasce con l’esigenza di rivendicare, conquistare e tutelari diritti che consentano ai lavoratori di migliorare la loro condizione sia dal punto di vista economica che sociale.
a cura dei Giovani Siciliani Liberi
Gli esiti di questo sondaggio, secondo il quale la percentuale di coloro che immaginano un futuro in Sicilia tra dieci anni risulta assai bassa soprattutto nelle fasce d’età che vanno dai 18 ai 24 anni e dai 25 ai 35 anni, costituiscono un campanello d’allarme estremamente grave per l’avvenire della nostra isola.
Di fatto, le generazioni di siciliani che dovrebbero assicurare il futuro di questa terra sono sempre più coinvolte in una spirale di bisogno e rassegnazione tale da indurle a non credere nella possibilità di vivere una vita dignitosa a “casa propria”.
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