di Armando Melodia
Oggi i giovani di mezzo mondo manifestano per sensibilizzare i governi affinchè adottino politiche che affrontino in modo deciso i problemi legati al riscaldamento globale, ai cambiamenti climatici, alla salvaguardia del pianeta che ci ospita.
Questo vento di protesta, che pare stia crescendo e dilagando in tutti i paesi, è partito dall’azione di una ragazzina sedicenne svedese, Greta Thunberg, e dal clamore che intorno ad essa è stato suscitato dai tutti i media, dai social alle televisioni, dai giornali alle radio.
Questo clamore, questa spettacolarizzazione può indurre a qualche motivata diffidenza e a porsi domande insidiose: si tratta davvero di una diffusa presa di coscienza della gravità della situazione o siamo di fronte al tentativo di incanalare la “contestazione giovanile”, di arginarla, di guidarla verso obbiettivi tanto eclatanti, quanto illusori come il conferimento del premio nobel per la pace ad una sedicenne seppure degna di ogni onore?