È arrivato il momento di tradurre il nostro impegno politico per la Sicilia in un progetto concreto, che dia una svolta alla nostra economia, che dia una prospettiva di lavoro ai nostri giovani, nonché facilità di insediamento per le imprese e per chi vuole produrre ricchezza nella nostra Isola.
È ora di smetterla con le pratiche assistenziali, i piagnistei, i conti che non tornano mai. La Sicilia ha diritto di tornare a volare.
Il nostro progetto istituzionale, l’unico che possa dare una soluzione completa e definitiva alla Questione Siciliana, resta la piena indipendenza, e quindi la costruzione dello STATO DI SICILIA, che porteremo avanti in modo pacifico e secondo il principio di autodeterminazione dei popoli, cioè quando su questa soluzione istituzionale ci sarà il consenso della maggioranza dei Siciliani.
Ma abbiamo anche l’obbligo di darci un progetto intermedio, sia per dare una risposta più immediata alla devastazione causata dalla “dominazione” dei partiti italiani, che oggi ha trasformato il nostro apparato produttivo in un cumulo di macerie, sia perché abbiamo bisogno di un progetto ancora più inclusivo rispetto alla piena indipendenza, che deve essere ben preparata nelle coscienze dei Siciliani, prima di essere messa nell’agenda politica.
Questo progetto è la ZES: la Sicilia come Zona Economica Speciale all’interno del territorio dello stato italiano.