Care patriote e patrioti siciliani,
voglio rivolgermi a voi in uno dei momenti politicamente più importanti della mia vita. Ringrazio i vertici e i militanti del Movimento politico “Siciliani Liberi” che mi hanno offerto quella che considero una responsabilità e un onore al tempo stesso unici. Ringrazio in particolare Massimo Costa, al quale va riconosciuto il merito di una coerenza di principi e di un disinteresse personale al di sopra di ogni sospetto. Avrebbe potuto porsi come “generale” delle sue “truppe”, come fanno tanti, e sta preferendo continuare il suo lavoro di ideologo dell’indipendentismo del XXI secolo, talvolta oscuro ma indispensabile alla causa.
Io non sono un fondatore, né un promotore dei “Siciliani Liberi”. Mi sono avvicinato più tardi, quando ho compreso, di fronte all’epilogo inglorioso di un partito nel quale ho militato per 30 anni e finito alla corte del centro-destra italiano, che in Sicilia sta succedendo qualcosa di nuovo. Abbiamo tenuto alta, per decenni, una bandiera: quella della denuncia e dell’indipendentismo di pensiero. Ho compreso che stava nascendo, con tante risorse umane nuove, sempre più siciliani e sempre meno sicilianisti, un indipendentismo nuovo, di azione, di proposta, potenzialmente vincente. E ho aderito, con la fede di sempre, per fare il soldato semplice.