Nel 1945 la Consulta, dopo essersi insediata, espresse una Commissione ristretta dalla quale sarebbe dovuta uscire la versione finale dello Statuto.
Non c’è bisogno di dire che la Questione finanziaria da allora cominciò ad essere la vera materia del contendere tra Sicilia e Italia.
Da un lato c’erano gli autonomisti veri, tra cui soprattutto Guarino Amella; dall’altro l’Alto Commissario Aldisio, che cercava di depotenziare al massimo il contenuto della grande Riforma.
Citiamo Guarino Amella perché fu il più combattivo di tutti. Presentò un progetto, il più fedele a quello Vacirca, appena appena adattato al nuovo contesto in cui la Sicilia non godeva più dell’appoggio internazionale. Grande patriota indipendentista, dopo i primi mesi dopo lo sbarco, con grande senso di responsabilità e pragmatismo, a nostro avviso “si finse” autonomista, per insinuarsi tra i partiti italiani che avrebbero deliberato sull’Autonomia, e spingere questa al massimo possibile.