Le “campagne” sono tali perché non parlano alla testa, ma al cuore e alla pancia delle persone. Servono a creare un clima, un clima di odio grazie al quale poi poter colpire impunemente.
La Sicilia è, ogni santa domenica, sul banco degli imputati su una trasmissione della TV di Stato italiana, L’Arena, condotta dal piemontese (savoiardo?) Giletti, il quale “fustiga” i costumi di questa Regione così viziosa. Il “rito” è talmente costante che ormai è diventato “cultura generale”. Chiedete a un italiano qualunque cosa pensa dei Siciliani, dei Siciliani non della Sicilia si badi, e ben che vada vi dirà che sono dei parassiti, mal che vada dei mafiosi.
Ma GIletti secondo noi recita un copione che è stato scritto da qualcuno (non da lui) in perfetta malafede.
Altri, meno informati, ci cascano. Condividiamo le dichiarazioni di Luttwak sull’inopportunità del G7, e che questo dovrebbe essere celebrato piuttosto allo ZEN di Palermo, e non a Taormina, ma poi anche lui cade nel luogo comune dei “troppi dipendenti”.
Ma come stanno realmente le cose? Siamo stanchi di fare “controinformazione”. Lasciamo la parola ad un nostro “nemico giurato”, a un corifeo dell’austerità europea, nientemeno che a Cottarelli, il quale così dice nel suo libro, edito nel 2015 per i tipi della Feltrinelli, la cui copertina, iconicamente molto efficace, vedete nell’immagine di apertura.
Che dice Cottarelli sulla Sicilia?