Roma tace! Palermo che dice?

Non possiamo certo immaginare che qualche intervento o qualche sollievo alla sofferente economia e società siciliane possa arrivare dal governo nazionale. Un governo di tecnocrati incaricati di liquidare l’Italia, Paese mai nato, cresciuto in stato vegetativo e che ora risulta fallito e morto, solo in attesa del certificato che ne confermi la morte ufficiale.
Se a Roma vi sono tecnocrati che lavorano per conto terzi, ci chiediamo a Palermo cosa faccia il governo regionale.
Se queste comparse di un film anonimo, in questi anni non hanno saputo in alcun modo far percepire la loro presenza, ora avrebbero il modo e lo strumento per far sentire che sono vivi e vogliono essere protagonisti del presente e del futuro della Sicilia.

Come Siciliani Liberi lanciamo una proposta al governo regionale che faremo recapitare loro ufficialmente.
La proposta è dentro quello Statuto che è anacronistico a detta di qualcuno che siede indegnamente nelle aule parlamentari, ma che è in vigore per attribuire loro il titolo di onorevoli con tanto di privilegi.

Il Governo regionale chieda in questo stato di emergenza istituito a Roma che la Sicilia veda finalmente la piena applicazione dell’articolo 37 dello Statuto.

ARTICOLO 37
1. Per le imprese industriali e commerciali, che hanno la sede centrale fuori del territorio della Regione, ma che in essa hanno stabilimenti ed impianti, nell’accertamento dei redditi viene determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.
2. L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.

Chiediamo che da subito venga “determinata la quota del reddito da attribuire agli stabilimenti ed impianti medesimi.” come indicato nel comma 1 e che la Regione stabilisca come da comma 2 “L’imposta, relativa a detta quota, compete alla Regione ed è riscossa dagli organi di riscossione della medesima.”

Questa quota per motivi di emergenza dichiarati dallo Stato dovrebbe essere dalla Regione Siciliana immediatamente defiscalizzata a tutte le imprese “di trasporto…alla flotta delle marinerie e agli insediamenti industriali che hanno sede legale e amministrativa in Sicilia”.

È un segnale ed una opportunità che ci offre la nostra autonomia e noi, mai come oggi, dobbiamo utilizzare ogni margine che questa ci offre.

Allo stesso modo ribadiamo la necessità di istituire da subito la moneta fiscale, argomento che da sempre è parte del programma di Siciliani Liberi.

La moneta fiscale darebbe ossigeno alle imprese locali e istituirebbe da subito un circolo virtuoso per le filiere locali, dando ristoro all’economia locale.

Se non sono in economia di guerra in Italia, lo siamo in Sicilia dove gli aumenti del carburante influenzano la nostra economia che dai trasporti è condizionata.
Il settore pesca è in ginocchio, il settore edile è in ginocchio, il settore agroalimentare è in ginocchio, serve un atto di coraggio e di responsabilità chiedendo ora più di prima la piena attuazione dell’articolo 37 e la istituzione della moneta fiscale.

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