SuperBonus 110%, gioie e dolori di una misura nata male e cresciuta peggio.
Da quando è nato il cosiddetto Superbonus 110%, nel non lontano 2020, fu istituito con l’art. 119 del Decreto Legge 34/2020 (Decreto Rilancio), per un’ottima intuizione (forse l’unica) del M5S, per chi come me vive di edilizia da quando è nato è stato un susseguirsi di gioie e di dolori.
Dalla sua entrata in vigore il 19 maggio 2020 ad oggi, quindi in poco più di 20 mesi, è stato oggetto di una serie continua ed ininterrotta di modifiche ed aggiustamenti, undici in ambito normativo ed un numero incalcolabile di chiarimenti da parte di Agenzia delle Entrate (ADE), che sin dall’inizio hanno reso questa agevolazione veramente un percorso ad ostacoli difficile da applicare.
Soprattutto con l’arrivo del nuovo governo guidato dal banchiere Mario Draghi e dal suo scudiero, il Sig. Ministro Franco, i quali non hanno mai nascosto la loro contrarietà verso il SuperBonus, sono iniziati una serie di attacchi a volte chiari e diretti, a volte anche subdoli e difficili da individuare, che stanno rendendo quasi impossibile la vita di professionisti ed imprese che avevano visto in questa misura agevolativa una possibilità concreta di lavoro e di sviluppo.
Mi riferisco in particolare agli ultimi due atti normativi, forse dovrei chiamarli attacchi alla baionetta, che arrivano a distanza di poche settimane l’uno dall’altro e che come dicevo rischiano di mettere una pietra tombale sul SuperBonus 110%, ripercuotendosi anche su tutti i bonus edilizi in generale.
Giovedì 27 gennaio u.s. con la pubblicazione in gazzetta del DL n. 4, cosiddetto Decreto Sostegni, mai nome di decreto fu così contraddittorio, viene di fatto tolta la circolazione dei crediti fiscali derivanti dai bonus edilizi e di fatto annullata l’efficacia della cessione del credito d’imposta che nasceva dallo sconto in fattura che l’impresa effettuava al committente.
Sconto in fattura e cessione del credito erano stati, fino al 27 gennaio 2022, il volano che aveva permesso il rilancio del comparto dell’edilizia e di tutti gli indotti ad essa legati.
Provo a spiegare meglio.
Fino a qualche giorno fa – il governo italiano è bravissimo a cambiare le regole del gioco con le carte già sul tavolo – un qualsiasi operatore del mondo del SuperBonus, sia esso impresa o professionista, tecnico o commercialista, grazie allo sconto in fattura previsto dall’art. 121 del famoso Decreto Rilancio del 2020, acquisiva nel proprio cassetto fiscale il credito/pagamento derivante da un contratto di appalto sottoscritto con il committente che doveva effettuare i lavori di efficientamento energetico del proprio immobile e a loro volta, avendolo ricevuto nel proprio cassetto fiscale, potevano cederlo ad altri soggetti economici o finanziari.
In pratica l’impresa edile viene pagata con crediti fiscali ricevuti/ceduti dal committente ed a sua volta poteva cederne, parte ai propri fornitori per pagare i materiali acquistati, parte poteva utilizzarli per pagare in compensazione le proprie tasse o gli amati F24, parte poteva cederli ad un operatore finanziario, banca o assicurazione o finanziarie, per creare liquidità per pagare i propri dipendenti, creando così una sorta di moneta fiscale a circolazione pressoché infinita che dava ossigeno monetario a tutti gli operatori senza la necessità di ricorrere ad esosi prestiti bancari o aperture di costosi fidi per finanziare la propria impresa.
Ma il 27 gennaio arriva il nuovo “DL Sostegni” che modifica questa serie di cessioni limitando la cessione stessa ad una soltanto.
In pratica la cessione fatta dall’impresa ad un altro operatore non potrà più essere ceduta a nessun altro, viene limitata ad una sola cessione.
Conseguenza: i fornitori di materiale non accetteranno più pagamenti con cessioni di credito.
Le banche, soprattutto le piccole BCC molto presenti sul territorio che offrivano questo servizio, esaurendo presto i propri plafond per pagare le proprie tasse o contribuzioni dei propri dipendenti e non potendoli traferire ad altri Istituti Bancari più grandi non ne accetteranno più.
La conseguenza è che gli operatori disposti ad accettare i crediti, la moneta fiscale, saranno sempre meno e quindi saranno sempre meno le imprese che potranno prendere nuove commesse con lo sconto in fattura e questo porterà verso la fine dei bonus edilizi maggiori ed il conseguente nuovo blocco dell’edilizia e di un comparto economico che stava veramente trainando la ripresa di questa folle Italia.
Certo – si obbietterà – queste strette arrivano dalla “enorme” mole di truffe che stanno venendo alla luce, in questi giorni, sottolineo proprio in questi giorni. Truffe per centinaia di milioni di euro.
Ma voglio far notare due cose.
– La prima. Le truffe vengono scoperte facilmente. In pochi giorni arrivano una dietro l’altra, segno che se si effettuano i dovuti controlli difficilmente si può sfuggire alla giustizia.
– La seconda. Bisognerebbe spiegare al Sig. Ministro Franco, titolare del MEF, che tutte le truffe scoperte ad oggi non si sono concretizzate nei passaggi di credito dopo il primo. bensì al momento stesso della prima cessione. Quindi a mio modesto avviso limitare la circolazione non interrompe le truffe. E questa spiegazione al Sig. Ministro dovrebbe darla l’Agenzia delle Entrate.
L’Agenzia delle Entrate dovrebbe spiegare al Sig. Ministro e a noi imprese e professionisti seri e qualificati come è stato possibile accettare crediti per operazioni edili richiesti da macellai o da gioiellieri. Come è stato possibile accettare crediti senza verificare che a fronte di fatture elettroniche (in possesso di ADE) non ci siano per lo stesso soggetto fatture di acquisti di materiali o di attrezzature specifiche per l’esecuzione di quei lavori specifici.
Voglio spiegarmi meglio, portando tre esempi.
– Caso di proprietario, effettua i lavori senza usufruire di sconto in fattura, avrà sul proprio cassetto fiscale tante fatture passive e avrà effettuato tanti bonifici con codice “parlante” di pari importo fatture, quindi l’importo del credito fiscale del bonus richiesto che dovrà avere sul suo cassetto fiscale dovrà corrispondere o essere inferiore. Controllo effettuato ad ADE? Fine della truffa.
– Caso di impresa di costruzioni che effettua lo sconto in fattura, avrà necessariamente sul proprio cassetto fiscale tutte le tracce economiche di quella operazione finanziaria: fatture passive per acquisto materiali, fatture di lavoratori autonomi e/o subappaltatori, F24 per pagamento dei contributi dipendenti e IVA acquisti.
– Caso di General Contractors, nel loro cassetto fiscale ADE devono esserci le fatture passive di altre imprese e professionisti per importi in percentuale significativa tale da giustificare i bonus richiesti.
Pertanto, Egregio Capo del Consiglio dei Ministri ed Egregio Sig. Ministro Franco, le truffe da centinaia di milioni di euro passate alla ribalta della cronaca in questi giorni sono quelle dove non è esistito nessun cantiere, dove non è stato montato nessun ponteggio, dove non ci sono imprese, camion, EPS, dove non ci sono operai, dove non c’è stata la famosa comunicazione CILAS, nessuna comunicazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro, dove probabilmente non c’è neanche il committente ma forse solo il codice fiscale.
Egregio Dott. Draghi, forse invece di mettere in ginocchio e far “FALLIRE PER ECCESSO DI CREDITI” miglia di imprese con conseguente licenziamento per milioni di operai edili farebbe meglio a dare una tiratina di orecchie ai super pagati dirigenti di Agenzia delle Entrate per il mancato controllo dei nostri soldi.
Resta il dubbio e l’amarezza che Lei o non sappia affatto come rilanciare lo sviluppo delle PMI oppure abbia proprio l’intenzione di massacrarle, obbedendo all’Unione Europea. Come resta il dubbio che il PNRR sia un libro di sogni, relativo a fondi che non arriveranno mai.
A proposito di sogni, se Siciliani Liberi avesse la possibilità di entrare nelle istituzioni, saprebbe come gestire la circolazione di una robusta moneta complementare.
Giovanni Graceffa
Segretario Distrettuale di SL per Agrigento-Caltanissetta-Enna