Ancora una volta i pescherecci siciliani subiscono azioni violente da parte delle autorità libiche.
Ancora una volta risulta sproporzionata l’offensiva della Marina libica nei confronti della flotta dei pescherecci mazaresi.
Timida e insignificante la risposta delle autorità italiane.
Ci chiediamo fino a quando lo Stato italiano abbia intenzione di abbandonare la pesca siciliana a contenziosi ormai decennali con le autorità libiche.
Fino a quando lo Stato italiano avrà l’indecenza di non affrontare il problema in quell’area di pesca.
La pesca siciliana risulta essere un comparto determinante per l’economia siciliana. Quale giustificazione lo Stato italiano offre alla sua inerzia e alla sua timida e scomposta risposta alla prepotenza libica?
Sono forse gli interessi petroliferi italiani nell’area libica a prevalere sugli interessi della pesca siciliana in quell’area? L’assenza di un confronto e un dialogo con le istituzioni libiche per la regolamentazione e il controllo sulle acque territoriali e sugli interessi nelle acque al largo della Libia, ci lascia come siciliani ancora una volta sgomenti. O lo Stato italiano considera i siciliani e gli interessi siciliani secondari rispetto agli interessi italiani, o dimostra di non considerare proprio i siciliani come cittadini di una stessa comunità di interessi.
Quando lo Stato italiano dimostrerà di attenzionare i problemi del comparto della pesca siciliana?
Chiediamo al governo un tavolo che chiarisca le regole di controllo dell’area e che si pronunci in modo deciso, chiedendo rispetto per i Pescatori Siciliani.
Chiediamo a Musumeci che si renda protagonista e lasci gli atteggiamenti tipici degli ignavi, facendosi mediatore fra il Governo italiano e quello libico; il suo essere mellifluo non è degno di un Presidente.