(a cura di Giovani Siciliani Liberi)
Oggi in Italia si celebra la Festa della Liberazione dal nazifascismo, culmine della Resistenza italiana. La data di questa ricorrenza corrisponde al giorno nel quale la città di Milano fu liberata dall’occupazione tedesca nel 1945.
Da indipendentisti siciliani riteniamo che, benché sia sacrosanto celebrare i valori di libertà e democrazia rappresentati da questa ricorrenza, la nostra storia – anche nel contesto della Seconda Guerra Mondiale – si sia sviluppata secondo coordinate ben diverse da quelle della Penisola.
La Sicilia, infatti, ha avuto una sua peculiare Resistenza, che fu al contempo reazione ad un regime che aveva sistematicamente sacrificato gli interessi della nostra Isola e movimento di emancipazione nazionale. La Resistenza siciliana, infatti, è per noi inscindibile dall’esperienza storica del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, che in quegli anni coinvolse la maggioranza dei siciliani – al di là della diversa appartenenza ideologica e di classe – nel sogno del ritorno alla condizione di nazione libera e indipendente.
È in particolare nella figura di Antonio Canepa, fondatore dell’Esercito Volontario per l’Indipendenza della Sicilia, che noi troviamo il massimo riferimento simbolico della Resistenza siciliana del ’43-’45. E facendo ciò non possiamo non ricordare la sua morte a Randazzo – insieme ai giovanissimi Carmelo Rosano e Giuseppe Lo Giudice – per mano del Regio Esercito italiano il 17 giugno 1945 (due mesi dopo il 25 aprile!). Non possiamo altresì ignorare che l’eccidio di Murazzu Ruttu rappresentò l’inizio della fine per la causa indipendentista siciliana, con tutto ciò che ne consegue ancora oggi per le nostre vite.
Per queste ragioni, da siciliani, ci appare contraddittorio celebrare con troppa enfasi il 25 aprile, ossia la liberazione di uno Stato che non ci appartiene e che riteniamo addirittura ostile alla nostra libertà.
Nella Sicilia che vogliamo, i valori della nostra Resistenza verranno celebrati il 17 giugno, a memoria di Antonio Canepa, caduto per dare concretezza al sogno che tanti siciliani hanno coltivato in ogni epoca della storia, quello cioè di un’Isola pienamente libera e indipendente da ogni oppressione politica, economica, sociale e culturale.