Siciliani Liberi considera gravissimo il fatto che con l’ultimo decreto legge l’attuale Governo Italiano abbia oltrepassato un limite invalicabile per uno Stato di diritto.
Noi non sottovalutiamo la crisi sanitaria, anzi ribadiamo che da quando essa è iniziata le politiche, statali e “regionali”, sono state non solo sbagliate ma addirittura controproducenti:
– il monitoraggio non ha usato strumenti diagnostici affidabili, al punto che non è mai stato realmente possibile distinguere tra “falsi positivi”, “falsi negativi”, rispetto ad altre forme influenzali o similinfluenzali;
– il sistema informativo regionale sui contagi… va bene… stendiamo un velo pietoso su questo “subproblema”, evitiamo lo sciacallaggio;
– il sistema informativo pubblico e quello delle grandi lobby private dell’informazione non è stato plurale ed equilibrato ma ha assunto un’evidente configurazione di propaganda unilaterale a favore degli interessi delle grandi case farmaceutiche globali;
– le cure, tanto domiciliari quanto ospedaliere, non sembrano seguire protocolli tempestivi ed efficaci, “come se” l’allarme sociale convenisse a qualcuno;
– i posti di terapia intensiva sono volutamente sottodimensionati, senza che siano messi in discussione i tagli dissennati degli anni passati, soprattutto a danno di Sud e Isole, mentre le altre cure e terapie sono sostanzialmente interrotte, causando un numero di morti indirette non tollerabile;
– le chiusure e riaperture non hanno seguito un criterio logico ma sono solo servite a buttare nel fallimento centinaia di migliaia di imprese;
– i “ristori” e in genere le politiche economiche di contrasto della crisi sistemica sembrano “volutamente” inadeguate e finalizzate ad una generale ristrutturazione (grande “reset”) dell’economia;
– è stato impedito un adeguato controllo dei flussi umani da e per la Sicilia che, essendo un’isola, avrebbe potuto da tempo essere “Covid Free”;
– lo strumento delle vaccinazioni, cui nessuno vuole negare l’accesso, specie per le categorie più esposte, è stato introdotto in maniera emergenziale, sperimentale, senza i consueti canoni di sicurezza cui la medicina tradizionale ci aveva abituato, con l’introduzione – sotto questo nome – di terapie geniche mai sperimentate sull’uomo fino ad ora, con evidente e deliberato black-out di informazione su eventi avversi, per quanto rari, con contratti secretati, con responsabilità penali evitate per legge, con una introduzione antiscientifica del vaccino proprio nel momento di massima diffusione dell’infezione da Sars Cov2, quando ciò è notoriamente sconsigliato per evitare una recrudescenza delle varianti, e con tante altre “stranezze” che nulla fanno pensare di buono per la salute pubblica;
– questo strumento, oltretutto, viene presentato come l’unica e ultima possibilità di uscire dalla crisi (una sorta di “only vax”, non meno pregiudiziale e antiscientifica dell’opposta “no vax” che viene considerata correntemente tale);
– lo scenario che si prospetta nell’usare questo strumento, cioè quello di vaccinare in permanenza e ogni anno l’intera popolazione pone inevitabili problemi di logistica, di sostenibilità economica, di analisi costi-benefici che nessuno sembra voler fare;
– nei limiti in cui lo strumento deve comunque essere reso disponibile per tutti quelli che lo vogliono adottare, la “macchina” amministrativa che lo gestisce ha dimostrato di essere inadeguata, inefficiente, farraginosa, lenta, praticamente quasi impossibile da gestire;
– in questo contesto si è realizzata, su scala globale, una censura distopica da parte non solo del “tg unico” che dà la stessa notizia da più di un anno, ogni giorno, 24 ore al giorno, 365 giorni all’anno, ma anche e soprattutto dalle big tech corporation, che si sono arrogate una capacità di censura di tutte le idee non allineate, cancellato account e canali ad libitum, senza che le istituzioni italiane inarchino un sopracciglio, dal primo cittadino a scendere;
– la Costituzione è sospesa dal 31 gennaio 2020 senza che questo “stato d’eccezione” sia mai stato realmente previsto da alcuna norma costituzionale o da questa derivata, e le fonti del diritto sono da allora stravolte, con una limitazione della capacità di ricorrere alla giustizia che non ha precedenti dalla caduta del regime fascista.
Questa situazione è ed era già gravissima di suo.
Noi lottiamo per la liberazione della Sicilia dalla condizione di colonia interna. Ma nessuna liberazione è possibile se la libertà di pensiero, di associazione, le garanzie costituzionali, vengono meno.
L’obbligo di vaccinazione
A questa deriva si aggiunge ora un’altra gravissima picconata allo stato di diritto.
L’obbligo di vaccinazione per il personale sanitario equivale a un trattamento sanitario sperimentale e obbligatorio allo stesso tempo, contrario alla dignità umana, alla sentenza di Norimberga e al Trattato di Oviedo. Non vi è alcuna evidenza del fatto che il personale sanitario, se periodicamente testato e con dispositivi di sicurezza (come accade da più di un anno del resto), possa essere in modo significativo un veicolo di infezione, come non vi è adeguata evidenza della non contagiosità dei vaccinati, né della rilevante contagiosità dei cd. asintomatici.
La finalità evidente del principio appare essere altra: militarizzare il personale sanitario per il nuovo “sistema”, fare cadere un principio solo per una categoria, per poi estenderla a tutte, introdurre un “pass vaccinale” che è in realtà uno dei tanti strumenti di tracciabilità globale che da tempo sono nelle agende illiberali delle élite finanziarie.
La LIBERTÀ è un valore per noi SACRO che va difeso a costo di sacrificare la nostra salute, e non viceversa.
Se passa questo principio poi seguiranno provvedimenti di sempre maggiore limitazione della libertà individuale e di gruppo. Questa deriva va fermata, intanto nelle aule dei Tribunali, e poi nelle Piazze.
Non potrà mai esserci una Sicilia libera se faremo parte di un impero dispotico e distopico.
Oggi, soli o quasi nel desolato panorama politico dello Stato italiano, esprimiamo tutta la nostra solidarietà al personale sanitario e lo invitiamo a resistere con tutte le forze. La loro battaglia è una battaglia di libertà per tutti.