A una settimana circa dall’unico voto amministrativo per ora concesso alla Sicilia e nel quale eravamo presenti, una valutazione serena è d’obbligo.
Per quanto la crisi sanitaria e soprattutto le sue modalità di gestione abbiano alterato profondamente la natura del voto di Tremestieri Etneo, facendo restare a casa molti potenziali elettori, il voto di domenica e lunedì scorso dà un segnale inequivocabile, in continuità con il recente passato: i Siciliani non votano, non votano più.
Quando più della metà degli elettori resta a casa non per le regionali, sentite come più lontane, ma persino per le comunali, dove tutti hanno un parente o un amico candidato da qualche parte, non si può nascondere la preoccupazione per le sorti della democrazia nella nostra Nazione.
I Siciliani hanno fatto un passo avanti – è vero – non credendo più nei partiti italiani, ma ne dovrebbero fare un altro, per credere in qualcosa di nostro, e non delegare al poco residuale voto strutturato la gestione della cosa pubblica. La salvezza della nostra terra si gioca tutta qua. Quasi il 52% di astenuti non è giustificabile in alcun modo, neanche con la paura del Covid-19 o con il caos dei vaccini. Il resto è banalità; il resto è il frutto di una pessima legge elettorale amministrativa che premia la vecchia politica, capace di schierare un numero illimitato di schede con acchiappavoti in ogni settore della società.
Il plebiscito per Rando non è un plebiscito sulla persona ma un risultato del voto strutturato. È già tanto che la lista del Candidato Nicosia, in cui confluiva voto civico e sicilianista, abbia raggiunto la rispettabilissima soglia del 14,5% e appena qualcosa meno la sua candidatura personale. Al consigliere eletto di questa lista vanno intanto i nostri auguri, ma soprattutto l’augurio di fare opposizione contro il “partito unico feudale” che amministra dappertutto ciò che resta della politica in Sicilia. Ci spiace che per un pugno di voti non sia scattato il secondo consigliere.
A questo risultato ha contribuito anche Siciliani Liberi, con la candidatura di Monica Tomasello, che ha ottenuto un posizionamento intermedio nei voti di preferenza all’interno della lista, nonostante tutte le difficoltà di questo voto. Una buona prova da cui imparare.
Senza lista propria manca la visibilità piena del progetto e del partito, e queste elezioni dimostrano che il voto d’opinione è ancora insufficiente a fare decollare il nostro progetto di liberazione della Sicilia. Ma a Monica, che ha dimostrato credibilità, volontà, carattere, va il nostro grazie e quello di tutti i liberi Siciliani e Siciliani Liberi, considerando questa soltanto una tappa intermedia e un fronte secondario rispetto alle battaglie decisive che ci aspettano alle regionali e alle politiche.
Solo se avremo tante “Monica Tomasello”, nei vari territori dell’Isola, siamo certi che non ci sarà alcun problema di sbarramento. La Sicilia questa volta potrà avere finalmente una voce nel palazzo a rappresentarla e non a rappresentare interessi esterni all’isola o piccoli interessi corporativi.
Grazie a Monica Tomasello e grazie a tutti i Cittadini di Tremestieri che hanno dato fiducia alla candidatura di Siciliani Liberi. Il vostro voto e la vostra fiducia sono ben riposti, meritano rispetto e questo patrimonio non andrà disperso. Noi ci siamo e continuiamo ad esserci. Noi ci confrontiamo con le urne ogni volta che ciò è possibile, anche se questo non esaurisce gli strumenti di lotta politica per la liberazione della Sicilia.
Noi crediamo che la libertà della Sicilia sia possibile e, con l’aiuto dei Siciliani il benessere e la libertà sono già alla nostra portata. Si tratta di crederci, di imparare dalle esperienze, e di andare avanti sino alla vittoria.