COVID: RIPARTIRE SI PUO’!

Il prossimo 5 marzo potrebbe diventare una data spartiacque per quanto riguarda le misure di contenimento della pandemia COVID-19. Migliaia di imprenditori e di lavoratori dei settori toccati dai decreti che si sono succeduti da un anno a questa parte, sono in attesa di sapere due cose: come e a chi saranno distribuiti i ristori; quando potranno riaprire le loro attività e riprendere a “buscarisi u pani” con il proprio lavoro.

Per fortuna pare sventato il tentativo di Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, di colorare tutte le regioni di arancione, visto che la sua regione ha proprio questo colore. Proposta indecente alla quale però lo stesso Bonaccini ne ha fatto seguire una più sensata e ragionevole: aprire i ristoranti a cena dove si può. Su quest’ultima ci sentiamo di essere d’accordo per validissime ragioni.

Chiunque sia andato a fare la spesa negli ultimi mesi ha potuto constatare come, indipendentemente dal colore vigente, le occasioni di “rischio contagio” fossero davvero tante. L’uso delle mascherine da solo non avrebbe potuto evitare il pericolo di una maggiore diffusione del virus se non vi fosse stato il senso di responsabilità e la prudenza dei cittadini.

Chiunque abbia viaggiato sui mezzi pubblici, in treno, in nave o, ancor di più, in aereo si sarà reso conto di quanto difficile sia stato mantenere la distanza ed evitare il contatto fisico con gli altri viaggiatori.

Chiunque sia andato ad una funzione religiosa avrà notato che l’attuazione delle misure di cautela è affidata soprattutto al buon senso dei fedeli.

Ci domandiamo: se luoghi dove è più difficoltoso controllare che vengano rispettate le misure di prevenzione sono accessibili anche in caso di colorazione arancione o addirittura rossa, perché luoghi dove il controllo è meglio praticabile devono essere chiusi o aperti con orari molto limitati?

Pizzerie, trattorie, ristoranti cosi come sono controllati e controllabili aprendo per il pranzo, lo sarebbero anche aprendo per la cena.

Analogo discorso va fatto anche per i cinema ed i teatri. Dove è possibile adottare sistemi di prenotazione e di accesso controllato, cinema e teatri vanno aperti.

In Sicilia i dati sulla diffusione del virus sono tali da consentire oggi non un pericoloso abbassamento della guardia, ma un prudente allentamento delle restrizione che consenta di fare ripartire alcune importanti attività, come quelle citate prima, ed una cauta ripresa della vita sociale, con beneficio per l’economia e per lo spirito non solo degli operatori economici ma di tutti coloro che potranno, in sicurezza, fruire di questi servizi.

Apriamo la ristorazione anche per la cena. Apriamo cinema e teatri.

Signor presidente Musumeci, ci dia un segnale in questa direzione, faccia sentire la sua voce, se lo fa Bonaccini a maggior ragione può farlo lei che, si ricordi, è presidente di una regione a statuto speciale: la Regione Siciliana.

di Armando Melodia.

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