È di ieri la notizia (ma era già per gli addetti ai lavori conosciuta) che,il gruppo che da anni coadiuvava/collaborava nella stesura delle macerie in atto con l’amministrazione Aquino che fa riferimento ad un noto On. della Regione Siciliana, tale Galluzzo, lascia la nave che affonda a soli 6 mesi dalla fine della legislatura.
Mi aspettavo che questa notizia che ai miei occhi, da profano della politica, mi sembrava abbastanza grave, passasse nel silenzio assordante di quasi tutte le componenti o gruppi politici che ingenerosamente rappresentano i cittadini Pattesi, e non credo che sia neanche l’ultima, me ne aspetterei un’altra a breve giro di posta.
Con assessori e consiglieri che entrano ed escono per dare o meno sostegno all’amministrazione, sta passando quest’ultimo scorcio di legislatura politica Pattese.
Un andazzo che non mi appartiene, un andazzo che qualcuno potrebbe considerare normale, un andazzo che vogliono farci considerare normale, una cosa semplice, un fatto automatico su cui non esprimere alcuna considerazione. E’ passato, avanti un altro. Non è così. Salvo ci si dimetta per sopravvenuti e seri motivi familiari o di lavoro o di salute (su cui non si può certo discutere), quando si decide di fare un passo indietro, non è come bere un bicchiere d’acqua.
Prima di tutto, si dovrebbe dire perché si è arrivati a questo punto e soprattutto perché è avvenuto o sta avvenendo a pochi mesi dalle elezioni; e poi riferire sul lavoro svolto, non chiacchiere, ma fatti concreti. Capisco che la politica è come la filosofia, l’arte del bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno per cui ognuno può dire ciò che vuole, ma mi chiedo se i cittadini vogliono continuare ad essere amministrati in questo modo. Forse si preferisce ancora dipendere da altri, per avere chissà, posti in prima fila al comune, alla Regione o a Roma? Ma è possibile che ancora si debba continuare così? Dove si decide il governo della città? Qui a Patti oppure a Barcellona, a Milazzo, a Palermo o a Roma?
Sono certo che si ripresenteranno sotto una nuova veste, anche cercando di lavarla in qualche nota industria Pattese, lo hanno fatto già in passato , sono sempre quelle stesse famiglie che, con pochi centinaia di voti raccolti tra famiglie numerose e clientele da due soldi, o coi soliti ricatti lavorativi pronti a venderli al miglior offerente da più di cinquant’anni.
Ecco il vero cancro che infesta la nostra Città, un metodo antico che rimane radicato nel bisogno e nelle problematiche che giornalmente riempiono i pensieri degli uomini che hanno famiglia: per portare a casa un tozzo di pane con il ricatto politico clientelare,permettono alle stesse logiche di sempre di uccidere una comunità.
Se non capiremo questo, se non saremo in grado di spiegare alla maggioranza dei cittadini Pattesi che è indispensabile per il bene comune rompere questa catena di ricatti, per favorire sempre e comunque quelle poche famiglie o lobby che su questo putrido acquitrino ci sguazzano per i propri interessi particolari, saremo complici anche noi della fine ormai quasi scritta di una Città gloriosa come la nostra amata Patti.
E qui, ormai, non si salva più nessuno.
Enzo Natoli – Candidato Sindaco di Patti per Siciliani Liberi