Non siamo sorpresi per la piega autoritaria dell’attuale Governo Italiano, per la restrizione progressiva delle libertà, per il pressappochismo riguardo allo sviluppo economico, per la collusione con chi intende l’Unione Europea come la riduzione in miseria ed in schiavitù dei più deboli. Era nelle premesse. Cos’altro avrebbe potuto fare il PD nascondendosi dietro il paravento del M5S?
Siamo altrettanto convinti che è semplicemente impossibile, in assenza di un sostegno economico immediato e diretto ai titolari di molteplici attività produttive per almeno 6 mesi, che esse in Sicilia restino chiuse fino a giugno e forse oltre.
Esprimiamo la nostra solidarietà verso tutte le categorie professionali, imprenditoriali e a tutti i siciliani colpiti dalla crisi economica indotta dalla situazione attuale. Il Presidente della Regione Siciliana, avvalendosi dei poteri costituzionali conferitigli dallo Statuto Siciliano, disponga la riapertura immediata delle diverse attività e il ritorno ad una vita attiva delle diverse categorie di lavoratori ai quali è imposto il fermo, adottando per ogni categoria delle specifiche indicazioni e precauzioni e organizzando le verifiche per il rispetto delle stesse.
Questa sollecitazione nasce, non da una incosciente o pretestuosa volontà, ma da una effettiva valutazione delle diversità epidemiologiche della Sicilia rispetto ad altre aree del Paese. La insularità della Sicilia, poi, può garantire e facilitare il controllo del rischio infettivo proveniente da aree a rischio. Non ci spieghiamo come gli stessi provvedimenti che vengono adottati a Brescia o a Bergamo, possano valere per Pantelleria, dove ad oggi non è stata segnalata alcuna positività. Perché con ogni precauzione del caso, a Pantelleria non si può tornare sin da subito alla normalità? E perché lo stesso non può avvenire in tutti i comuni o aree e del territorio siciliano con rischio epidemico trascurabile? I sistemi di controllo epidemiologico, legati agli spostamenti possono essere gestiti, come vengono da tempo gestiti e controllati a livello nazionale le zoonosi dai servizi veterinari che impongono controlli alla partenza ed all’arrivo.
Musumeci mostri quell’urgente senso di responsabilità che non può dichiarare solo a parole. In ciò sarebbe confortato dal parere scientifico dei medici siciliani, che hanno saputo affrontare e risolvere l’infezione virale in Sicilia grazie alle cure sperimentali quasi subito intraprese con successo in tutti gli ospedali covid siciliani. È inaccettabile che, con 33 persone in terapia intensiva, 200 guariti in un solo giorno e oltre il 75% dei contagiati a casa ad affrontare serenamente il decorso dell’infezione, la Sicilia debba conformarsi a regole draconiane la cui efficacia è ormai screditata da quanto avvenuto in Svezia, in Giappone e in Israele, tornato ieri al lavoro.
I Governatori delle Regioni settentrionali si stanno apertamente ribellando, benché – loro sì – dovrebbero usare più cautela. E il Presidente della Regione Siciliana dovrebbe tacere? Condannando l’economia dell’Isola a morte sicura?
Perché non valutare per il ristoro economico dei siciliani e delle imprese siciliane la possibilità di ricorrere all’articolo 41 dello Statuto e favorire immediatamente liquidità per favorire un circuito virtuoso dell’economia interna con la Carta Moneta Sicilia? Ci chiediamo tutto questo, Presidente, perché non riusciamo a capire quale presente e quale futuro immaginate per la Sicilia permanendo questa situazione. Anche un ritorno alla normalità, posticipata di qualche settimana, pensa che non implichi ferite profonde sul tessuto sociale ed economico siciliano senza i provvedimenti proposti? Una guerra, il termine utilizzato è suo, si combatte con le armi e con il generale in testa, che si assume delle responsabilità sul campo di battaglia non aspettando ordini dall’esterno.