Cassa integrazione in deroga per i lavoratori siciliani

Ad un mese dall’accordo che ha dato il via libera alla cassa integrazione in deroga per i lavoratori siciliani, costretti a rimanere in casa per la pandemia da COVID-19, i soldi non si vedono ancora. L’Assessore regionale Scavone ci ha informato ieri che il ritardo è dovuto ad un non meglio precisato problema informatico, ma che da oggi verranno lavorate sino a 2.500 pratiche al giorno da trasmettere all’INPS per il pagamento.

Ci vengono subito in mente due domande da porre.

Primo: se per risolvere un problema informatico ci sono volute più di tre settimane ci chiediamo se non sia da cambiare un tale sistema informatico ovvero se non siano da mandare a casa i responsabili di un disguido così grave. Appare però improbabile che sia così. Sembra molto più verosimile che dietro il fragile paravento del problema informatico si nascondano ben altre inefficienze ovvero ben altre motivazioni, magari l’intenzione di rimandare o diluire nel tempo il costo dell’operazione viste le precarie condizioni delle casse regionali anche a causa delle più volte denunziate sottrazioni da parte dello Stato italiano di risorse che spettano alla Sicilia.

Ci giunge voce che le somme stanziate dal Governo siano esaurite o insufficienti: è vero? Il compito della Regione non dovrebbe essere quello di reclamare i diritti dei Siciliani anziché coprire le inefficienze e insufficienze dello Stato cui aggiungere le proprie? E poi: non abbiamo una società controllata per i servizi informatici della Regione? Che ci sta a fare con i suoi costi se non interviene in modo risolutivo in un momento così drammatico?

Secondo: Assessore ma lei si rende conto che lavorando fino a 2.500 pratiche al giorno per evadere le oltre 135.000 richieste ci vorranno più di due mesi e, se va bene, i lavoratori vedranno questi soldi non prima di agosto? E nel frattempo come faranno a pagare l’affitto di casa, le bollette per le utenze, la spesa per potere mettere insieme il pranzo con la cena? Dovranno ricorrere alla carità dei buoni pasto o dovranno rivolgersi a qualche “amico” premuroso che in cambio di interessi “speciali” anticipi le somme necessarie?

Assessore, viviamo un momento di straordinaria emergenza e occorre affrontare i problemi con la determinazione e la prontezza necessarie, saltando a piè pari tutti gli ostacoli burocratici  che si frappongono.

Per questo proponiamo e chiediamo che il Presidente Musumeci disponga con un proprio atto che tutte le richieste pervenute siano inoltrate automaticamente, mediante una procedura informatica, all’INPS, rimandando a dopo le verifiche ed i controlli che si riterrà opportuno attivare, magari in collaborazione con la stessa INPS e con la Guardia di Finanza.

Questo consentirà nel giro di poche poche ore di procedere al pagamento di quanto spetta ai lavoratori dando ossigeno alle tantissime famiglie in attesa.

Attendere significherebbe aggravare il rischio che la bomba sociale innescata dall’epidemia di COVID-19 esploda incontrollata nelle città siciliane.

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