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QUESTIONE SICILIANA E CRAC IACP PALERMO

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QUESTIONE SICILIANA E CRAC IACP PALERMO: C’è un legame?

Secondo me sì, ed è il collante di quello che chiamo il “buonismo coloniale”. Non si dà alcun diritto ai Siciliani. Non sono educati come cittadini, soprattutto quelli delle classi più disagiate. 
Ma poi li si …. “lascia fare”, con il favore o con la tolleranza dell’illegalità, ad ogni livello, dalla bancarella alla costruzione abusiva. Perché così si gestisce il consenso. Se non sono cittadino, se non ho diritti, ho forse doveri verso la collettività? No, e allora – se non sono controllato – frego la collettività, perché non è “mia”, è “altro”, è “aliena”. Finisco il pacchetto di sigarette mentre sto guidando? Apro il finestrino e lo catapulto fuori, nella terra di nessuno. Posso fregare una pensione di talassemico, anche se “sugnu chinu di saluti”? Lo faccio, basta trovare l’amico INPS compiacente. Posso fregare l’IACP non pagando mai i miei debiti? Lo faccio, tanto non mi fanno niente.
E da qui nasce quasi ogni male. Dalla mancanza di senso di cittadinanza, anzi, diciamolo meglio: dal FALLIMENTO DELL’ITALIA NEL SOSTITUIRE AL SENSO DI APPARTENENZA ALLA NAZIONE SICILIANA QUELLO DI APPARTENENZA ALLA NAZIONE ITALIANA. L’Italia ha fallito nel fare dei Siciliani buoni cittadini italiani. Li ha reietti, li ha calpestati, e loro se ne sono andati, di fatto, per i fatti loro, guazzando nella più totale inciviltà (i bassifondi della società, certo, ma sono tanti).
E allora? E allora io che non devo chiedere voti, posso dire che ci vuole dappertutto un po’ di repressione per fare funzionare le cose? 
Le multe si devono prendere a chi sporca. 
Le costruzioni abusive si devono abbattere.
Gli studenti svogliati si devono bocciare.
E gli inquilini morosi, che non vogliono nemmeno pagare il fitto simbolico, vanno sfrattati.
Non dico che si deve mettere un regime poliziesco. Basta reprimere i casi peggiori. Ne colpisci uno per educarne cento.
Se non siamo capaci, con una nuova classe politica, di fare rispettare le norme nelle branche della amministrazione a noi affidate, non possiamo pretendere alcuna forma di autogoverno.
Ci vuole serietà, ad ogni livello. Poi anche un po’ di elasticità, certo. Ma quando il sistema è in caduta libera collassa tutto.
E questo la Sicilia non se lo può permettere.
La colpa, in ultimo, non è dei morosi, è di chi ha amministrato le IACP negli ultimi vent’anni senza fare valere i diritti dell’ente.
Se un condomino non paga per prima cosa vado a prendere l’amministratore, non il condomino.

Massimo Costa

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