I tagli annunciati ammontano a quasi il 50% dei fondi.
Una sottrazione di risorse drammatica per il comparto del trasporto pubblico, sia urbano che extraurbano. Non possiamo non sottolineare la gravità di questa misura che rischia di pregiudicare fortemente un importante diritto dei cittadini.
Quello ad un trasporto pubblico efficiente è peraltro un diritto strettamente connesso a quello allo studio. Pensiamo, infatti, ai disagi che questa misura potrebbe apportare agli studenti, pendolari e non, che ogni giorno utilizzano i mezzi pubblici per recarsi a scuola o all’università.
L’annuncio dei tagli, inoltre, arriva nel periodo estivo, quello nel quale le città siciliane sostengono i più massicci flussi turistici annuali e che, proprio per tale ragione, dovrebbe giustificare l’estensione del trasporto pubblico, non il suo esatto contrario.
Ovviamente i tagli che la Regione Siciliana è stata costretta ad annunciare sono il frutto di una situazione finanziaria artificiosamente disastrosa. Il disavanzo regionale di oltre mezzo miliardo di euro, per cui il governo siciliano si trova a dover annunciare tagli un po’ ovunque, è figlio di quelli che potremmo definire fraudolenti artifizi contabili – non ultimi i “patti scellerati” Renzi-Crocetta – in virtù dei quali la Regione Siciliana risulta costantemente in passivo, debitrice anziché creditrice come dovrebbe viste le sistematiche violazioni delle prerogative fiscali sancite dallo Statuto.
Il governo siciliano, piuttosto che limitarsi a chiedere di “spalmare” il disavanzo, farebbe bene ad esigere il maltolto confluito in questi anni nelle casse statali. Solo per la mancata applicazione dell’art. 38 dello Statuto, relativo al fondo di solidarietà nazionale finalizzato a colmare il gap infrastrutturale, la Regione Siciliana è creditrice di circa 150 miliardi accumulatisi negli ultimi trent’anni.
Anche questa vicenda, insomma, rende evidente la vera grande emergenza che attanaglia la nostra isola: la questione finanziaria siciliana.
GIOVANI SICILIANI LIBERI