SE IL MINISTRO DEGLI INTERNI VUOLE COMBATTERE LA MAFIA
VADA A ROMA O A MILANO
Ancora una volta, questo 25 aprile, la Sicilia viene strumentalizzata per beghe politiche interne dei partiti italiani. Comprendiamo l’imbarazzo del Ministro degli Interni che ha proprio difficoltà a prendere nettamente le distanze dal Nazifascismo (in fondo il 25 aprile è solo questo, e non dovrebbe essere nemmeno oggetto di dibattito).
Sono fatti suoi.
Ma, per far questo, dice che “Viene in Sicilia a liberarci dalla mafia”.
Ecco, siamo contenti che il Governo Italiano, al quale la Sicilia deve la mafia, si svegli e la voglia combattere.
Però riteniamo che il Ministro ha sbagliato indirizzo.
Se vuole dare un segnale per la meritoria lotta alla mafia, vada a Roma e a Milano, dove la mafia ha le sue centrali, e non accrediti il vecchio luogo comune che la mafia è un “problema siciliano”.
La mafia ormai è stata ripudiata dalla società siciliana, da quella corleonese prima di tutte, SENZA l’aiuto dello Stato.
Ci risparmi questa ipocrisia signor Ministro e dica semplicemente di non essere fascista.
È semplice, non c’è bisogno di alzare lo spauracchio di un fascismo di ritorno, come si fa istericamente a sinistra.
Ma neanche di avere problemi a dirlo.
La democrazia è una pregiudiziale.
Nessuna dittatura di destra o di sinistra.
Perché mostra di avere tanti problemi a dirlo?