Giorno memoria

GIORNATA DELLA MEMORIA – RICORDIAMOLI TUTTI.

Giorno memoriadi Armando Melodia

Ricordare è importante! La memoria di ciò che abbiamo vissuto e di ciò che hanno vissuto coloro che ci hanno preceduto è importante. Senza passato non c’è futuro! La memoria è anche un antidoto contro veleni che come fiumi sotterranei possono riemergere e intossicarci nuovamente e nuovamente portare all’offuscamento delle menti, all’aberrazione, alla catalogazione dei “nemici” contro i quali scatenare l’odio, alla individuazione di bersagli “moralmente” accettabili sui quali sfogare con violenza le nostre frustazioni. Ricordare è importante! Così come è importante rigettare atteggiamenti, parole, comportamenti che ripropongono una propria presunta superiorità, oppure una altrettanto presunta inferiorità di altri, affidando il discrimine all’appartenenza ad un gruppo, ad una religione, ad una razza, ad un orientamento sessuale. L’antisemitismo, l’omofobia, il razzismo, che pure coscientemente aborriamo, sono troppo spesso soltanto dietro l’angolo del nostro sentire, nascoste dal velo dell’ipocrisia dietro un motto di spirito, un sarcasmo, un “mi piace” sfuggito alla tastiera.

Ricordare è importante ma la memoria non può e non deve essere selettiva. E allora dobbiamo ricordare che l’olocausto, la deportazione nei campi di concentramento e di sterminio nazisti riguardò anche i siciliani.

Voglio citare il bel libro di Giovanna D’Amico “I siciliani deportati nei campi di concentramento e di sterminio nazisti 1943-1945” edito da Sellerio, che colma una lacuna nella memoria. “Una mancanza non innocente, perché fondata su una falsa convinzione corrente: l’idea che i siciliani, per via della precoce liberazione nel luglio del 1943 con lo sbarco alleato, fossero stati immuni dall’esperienza concentrazionaria. Questo studio è il primo completo sull’argomento: un primato da sottolineare per via del valore civile che assume accanto a quello scientifico e storico; e fa immediatamente giustizia di quel pregiudizio. I siciliani non furono risparmiati dalla conoscenza dei campi di concentramento: «in primo luogo perché in Calabria, Sicilia, Molise e Campania esistono sin dal 1938 campi di concentramento eretti dal regime monarchico-fascista, destinati agli ebrei stranieri ed agli antifascisti; in secondo luogo perché la mobilità creata dalla guerra attraverso il servizio militare fa sì che molti meridionali si trovino dopo l’8 settembre sbandati e contemporaneamente tagliati fuori dalle zone di residenza, perciò particolarmente vulnerabili ai rastrellamenti nazifascisti. I nati in Sicilia che finiscono nella rete concentrazionaria dipendente da Heinrich Himmler e dal suo apparato SS sono 761». Un numero ben più importante, quindi, dei pochi casi creduti”.

Memoria vuol dire pure testimoniare che la lotta contro il nazismo ed il fascismo non è stata appannaggio degli italiani del centro e del nord ma ha visto protagonisti anche i siciliani, in Sicilia e in Italia. Tra tutti, e sono tanti, mi piace ricordare Placido Rizzotto (poi ucciso dalla mafia),  e Antonio Canepa, fondatore dell’EVIS ucciso in un agguato, tesogli dai carabinieri, il 17 giugno 1945 tra Randazzo e Catania. A siciliani sono state assegnate 26 medaglie d’ oro, 84 d’ argento e 2 croci di guerra. Inoltre 103 risultano i partigiani caduti o morti in prigionia provenienti dalla sola provincia di Messina, e 58 quelli provenienti dalla provincia di Ragusa. Sono siciliani i rappresentanti dell’antifascismo politico che operava nell’Isola e fuori. Provenienti da aree ideologicamente distanti, ma accomunati dalla stessa necessità di battersi per la libertà: dal comunista Pompeo Colajanni (il comandante Barbato), ai cattolici che si ispiravano a Luigi Sturzo.
Ricordare è importante! Manteniamo e alimentiamo la memoria di ciò che siamo stati, nel bene e nel male, per accrescere la consapevolezza di ciò che possiamo essere oggi o diventare domani, per evitare il ripetersi del male e battersi con forza affinchè prevalga il discernimento, il riconoscimento della nostra umanità, la volontà di affermare i valori di libertà e democrazia con l’uso della non violenza, del confronto del rispetto reciproco.

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