PALERMO – “Stretto da un bilancio impossibile, e anche per dare finalmente contenuto ai sin troppi annunci dell’assessore Gaetano Armao, finalmente un atto, il primo dopo mezzo anno, per ridare qualcosa di ciò che spetta alla Sicilia da parte dello Stato”. Così il prof. Massimo Costa di “Siciliani Liberi” commenta l’emendamento del governo Musumeci con il quale si iscrivono in bilancio 600 milioni in entrata per “compensare” proprio la quota eccessiva pagata dalla Sicilia o per il “ripianamento dell’indebitamento pubblico regionale”.
“Molti siciliani non ne sanno nulla, ma la Sicilia paga da circa un decennio una quota della spesa sanitaria, che si è accollata in cambio di una partecipazione sulle accise petrolifere, ma che lo Stato non ha mai dato – afferma Costa – Bene rivendicare questi 600 milioni l’anno, ma inquadriamo meglio il problema. Oggi lo Stato introita circa 5 miliardi l’anno, un terzo dell’intero bilancio della Regione, sotto forma di accise petrolifere, oltre a 1 miliardo di entrate da giochi e scommesse, queste le entrate che per Statuto spetterebbero allo Stato, quando le spese che per Statuto sono a carico dello Stato costano non più della metà di questa somma”.
“C’è anche un pregresso da recuperare. Temiamo che, quando la riconversione del petrolchimico sarà terminata, e non ci saranno più entrate significative di questo tipo, allora, e solo allora, ci sarà riconosciuta questa compartecipazione, lasciandoci quindi solo i danni incalcolabili all’ambiente – avverte il prof. Costa – Musumeci non può però circoscrivere la questione finanziaria ad alcune azioni spot, come questa. Deve rinegoziare tutto e non ne parla mai a sufficienza. Quello che lo Stato deve ogni anno alla Sicilia viaggia su un ordine di grandezza di almeno uno zero in più. Il ‘furto con destrezza’ di cui parla il presidente è molto, molto più ampio di questa vecchia vertenza sulla spesa sanitaria – insiste Costa – Non possiamo dirci soddisfatti, anche se si va finalmente nella direzione che soltanto noi abbiamo sempre messo in cima all’agenda politica”.
“Gli indipendentisti, ancora, temono che si tratti di un annuncio inefficace, come già tanti altri in passato, a giudicare dalle precedenti esperienze, annuncio destinato a non andare mai oltre a una ‘posta-ombra’ nel bilancio della Regione”, conclude il co-fondatore di ‘Sicilia liberi’.