PALERMO – “La colpa della morte di Giovanni è da attribuire a scelte politiche scellerate imposte dalla Comunità Europea, operanti a causa dell’inerzia dei Parlamenti e dei governi locali, che stanno distruggendo ciò che rimane della già martoriata produzione agricola siciliana”.
E’ quanto evidenzia Avanguardia Giovanile Siciliana, il gruppo dei ragazzi del movimento Siciliani Liberi, esprimendo profondo cordoglio e vicinanza alla famiglia e agli amici di Giovanni Viola, l’imprenditore di 31 anni che si è impiccato all’interno della sua azienda agricola a Scoglitti perché disperato per i debiti ai quali non riusciva a fare fronte per la crisi del comparto agricolo in Sicilia. Viola ha lasciato la moglie e una bimba di pochi mesi. “Questa tragica notizia non può che addolorare tutti i giovani siciliani che, come Giovanni e i rappresentanti di Ags ancora non vedono riconosciuto il diritto a costruire il loro futuro nella terra che gli appartiene, contribuendo al benessere delle proprie famiglie e dell’intera isola – afferma Avanguardia giovanile – In un quadro economico generale impietoso, tinteggiato dai dati più nefasti, come i record di disoccupazione ed emigrazione giovanile, per effetto di queste politiche, la Sicilia è invasa da beni agricoli scadenti, prodotti a bassissimi costi, provenienti dai paesi più disparati: il pomodoro dalla Cina, gli agrumi dal Marocco, il grano dal Canada”.
Per i giovani indipendentisti si tratta di “una condizione umiliante e mortifera per le aziende siciliane cui si deve immediatamente dare uno stop, con azioni perentorie e risolute che altrove sarebbero ‘coraggiose’, ma che in Sicilia sarebbero basate sulla applicazione delle norme statutarie e degli stessi trattati di funzionamento della Comunità Europea”. “L’Assemblea regionale siciliana e il governo Musumeci si sveglino – attaccano i giovani di Avanguardia – Mentre perpetuano le loro pupiate o distraggono l’attenzione dell’opinione pubblica sulla loro inerzia, sollevando casi risibili sull’uso distorto della legge 104, i giovani siciliani che non emigrano si tolgono la vita”.