In una lettera al console onorario del Regno di Spagna, l’avvocato Ignazio Caramanna, gli indipendentisti siciliani “nel rinnovare la propria amicizia e fratellanza con gli spagnoli e tutti i popoli iberici, condannano la repressione contro il popolo catalano in atto in questi giorni”. “Comprendiamo le ragioni astrattamente legalitarie, ma esiste un diritto naturale superiore a qualunque ordinamento costituzionale: il diritto all’autodeterminazione dei popoli, che non può essere conculcato da un ordinamento che si vuole libero e democratico – scrivono i ‘Siciliani liberi’ – Il popolo catalano si è espresso più volte, nonostante ogni repressione, e la risposta non può essere quella della polizia e del carcere. Il governo spagnolo ha, per lo meno, l’obbligo morale di pacificare il paese offrendo reali alternative e proposte quanto meno di ordinamento confederale o di ampia riforma costituzionale a chi legittimamente non si riconosce più in un ordinamento unitario, ancorché autonomistico, che peraltro poggia su basi storiche malferme”.
Per il segretario di ‘Siciliani liberi, Ciro Lomonte, “il governo Spagnolo potrebbe anche soltanto dare un segnale di apertura morale scarcerando i prigionieri politici, senza rinunciare per questo alle proprie posizioni”. “La Catalogna, quando è stata unita alla Spagna, lo è stata o sulla base di unione personale o comunque di pacifica accettazione da parte dei suoi cittadini – ricorda Lomonte – La repressione è storicamente attestata solo nei giorni più bui dell’assolutismo settecentesco o del tristemente famoso regime franchista del XX secolo. La Spagna risulterebbe ogni giorno di più delegittimata se pensasse di risolvere con la forza questo affare, che non è già più interno, ma certamente internazionale, come sempre lo sono tutte le questioni che riguardano i diritti umani”. “Ci offriamo come mediatori, se questo potesse servire ad una soluzione pacifica, e vi scongiuriamo di arrestare quella che all’esterno sarebbe letta solo come una deriva autoritaria – concludono gli indipendentisti siciliani – La Spagna è un grande Paese; deve solo essere all’altezza della propria tradizione e riportare la questione sui binari del dialogo politico”.