PALERMO – “La Regione impugna il bilancio dello Stato? Non conosciamo i dettagli ma pare che, non contento dei saccheggi passati, lo Stato chieda ulteriori tagli alla Sicilia, compromettendo ancora una volta servizi essenziali. A questo punto anche il ‘bell’addormentato’ governo regionale è costretto a svegliarsi. Troppo poco, troppo tardi, e troppo sospetto a pochi giorni dal voto”. Lo dice il segretario politico di “Siciliani liberi”, Ciro Lomonte.
“Ma è un segnale chiaro per chi vuole capirlo. È la politica siciliana tutta che deve svegliarsi e mettere al primo posto la questione finanziaria siciliana – aggiunge Lomonte – E dovrebbe essere semplicemente il programma di governo, non può essere oggetto solo di atti estemporanei, per farci dire ‘vedete? facciamo qualcosa’”.
Per gli indipendentisti “non c’è più spazio per ‘graziose concessioni’ e ‘umili richieste’: o si apre il confronto, anzi lo scontro, con lo Stato, o non ne usciremo vivi”.
“Se le altre forze politiche, compreso questo governo finora insignificante e coloniale, sono dalla parte della Sicilia, noi saremo compatti. Tutti i siciliani dovrebbero esserlo. Altrimenti – attacca Lomonte – non siamo disposti a farci prendere in giro. Se cambia registro, anche noi lo cambieremo. Un ricorso è ancora troppo poco. Un paradosso: alle ex-Province lo Stato non dà più un centesimo, vivono di un pietoso contributo regionale che consente a malapena di pagare gli stipendi e non di svolgere le note funzioni essenziali in materia di scuole e strade. Adesso lo stato (rigorosamente in minuscolo) vuole dalle ex-Province siciliane 200 milioni l’anno. Cioè vuole i soldi che la Regione, con grandissimo sacrificio, dà loro per sopravvivere”.
“Altro che ‘ricorso in Consulta’ – conclude Lomonte – Qui ci vorrebbe un conflitto istituzionale, a livello di Corte di Giustizia Ue, di Corte Internazionale de L’Aja, arrivando a tutto ciò che sarà necessario per ridare ossigeno alla Sicilia”.
Palermo 26/02/2018