Vediamo con piacere che il Prof. Cuva ha risposto indirettamente alle nostre domande dal Blog “Nazione Siciliana”, vicino all’Assessore Armao.
La sua risposta, essendo dell’entourage dell’Assessore all’Economia, equivale a una risposta di Musumeci in persona, perché non può essere disinformato, e perché si tratta di uno studioso la cui competenza non può essere messa in discussione.
Il Prof. Cuva intanto ci dà una risposta su come ha votato l’assessore Falcone per conto di Musumeci in Consiglio dei Ministri.
Ricordiamo che a dicembre il Consiglio dei Ministri ha approvato una modifica del decreto attuativo sulla nostra autonomia finanziaria con cui l’IVA attribuita alla Regione passa dal 100 % dal 36,4 % con un danno annuo per la Sicilia di 4,2 miliardi di euro e senza nessuna contropartita da parte dello Stato. A questa modifica è stato invitato il Presidente Musumeci, che ha delegato allo scopo l’Assessore Falcone, e misteriosamente non Armao, che era quello competente. Tanto – a quanto pare – si doveva andare là solo per dire sì. Avrebbe potuto anche mandare un usciere.
E adesso, con quanto ci dice il prof. Cuva, abbiamo la conferma: il Presidente ha votato SÌ alla decurtazione dell’IVA ai Siciliani. Ha votato per interposta persona, all’uopo delegata, senza mettere alcuna opposizione a verbale, in pratica senza battere ciglio.
Perché ha fatto questo? Seguiamo il ragionamento dell’illustre docente. Secondo il Prof. Cuva la delibera “è figlia degli accordi tra Renzi e Crocetta”. Quindi quegli accordi non firmati da lui, sarebbero stati comunque vincolanti per la Regione. Quindi il Presidente-Ministro è stato invitato per pura cortesia al Consiglio dei Ministri. Il suo “voto” era una sorta di “atto dovuto”. Che altro doveva o poteva fare? Ci chiediamo una primacosa a questo punto: ma perché si riunisce il Consiglio dei Ministri per approvare un Decreto Legislativo se è tutto “un atto dovuto”? La Costituzione attribuisce a un accordo privato tra Presidente del Consiglio e Presidente della Regione valore di legge? Secondo noi, con tutto il rispetto per l’interpretazione data dal docente, no.
È interessante notare che il Prof. Cuva considera quegli accordi palesemente incostituzionali. Però, a suo dire, solo un nuovo accordo tra Regione e Stato vale a modificarli. Non c’è altra strada, “purtroppo”, come dice lui. E quindi?
Portiamo le considerazioni del professore (che certamente sono quelle fatte proprie dal Governo Musumeci-Armao) alle estreme conseguenze. Abbiamo un decreto attuativo dello Statuto platealmente incostituzionale e dannoso per la Sicilia, e…però questo prevarrà sulla Costituzione per sempre, o almeno finché lo Stato non acconsentirà di modificarlo. Ma, qualcuno dirà, il decreto attuativo è una fonte del diritto inferiore alla Costituzione, dovrebbe prevalere quest’ultima. E invece no, nella colonia Sicilia funziona tutto al contrario. I decreti (dis-)attuativi dello Statuto prevalgono sullo Statuto stesso, che è parte integrante della Costituzione. E fino a quando? Per sempre, perché lo Stato non si sognerà mai di revocare l’accordo svantaggioso per la Sicilia che è stato siglato dal precedente Governo. E se lo Stato non rinuncia mai a questa truffa che s’ha da fare?
C’è sempre il tram, a quanto pare…al quale attaccarsi.
Dice il Prof. Cuva: un voto contrario della Regione non avrebbe fermato il Decreto. Vero è, non c’è dubbio. Ma almeno votando contro, facendosi mettere in assoluta minoranza, si sarebbe dato un segnale verso la necessità di rinegoziare questo patto leonino. E invece no, niente. Voto favorevole, al contrario di quanto si è detto e sbandierato in campagna elettorale.
E poi c’è un vulnus gravissimo in questo ragionamento. Se un decreto legislativo è incostituzionale, ed è andato in Gazzetta Ufficiale da pochi giorni, Crocetta o non Crocetta, chi impediva a Musumeci-Armao di impugnarlo comunque in Corte Costituzionale? Lo sappiamo che la Corte Costituzionale è faziosa e sbilanciata verso lo Stato, ma certe volte, davanti all’evidenza, anche loro capitolano.
Ma non si può impugnare un Decreto per il quale si è votato a favore incondizionatamente, non trovate?
Certo, lottando per l’IVA (si tratta, lo ripetiamo di 4,2 miliardi l’anno, di cui 800 milioni aggiuntivi rispetto a quelli che già lo Stato ci ruba illegittimamente da tempo), si sarebbe potuto anche perdere in sede giudiziaria, ma almeno i Siciliani avrebbero capito, finalmente, da che parte sta lo Stato italiano: semplicemente contro di loro. E almeno il Presidente della Regione avrebbe potuto dire che, sì, avrebbe fatto tagli, tagli e ancora tagli, ma noi Siciliani avremmo saputo che non era colpa sua, bensì dello Stato strozzino. Lo stesso Stato, poi, che avrebbe dovuto spiegare ai “cittadini” della Sicilia perché, a pochi giorni di distanza, riduce l’IVA a disposizione dei Siciliani a circa un terzo del totale, mentre ai cittadini del Friuli-Venezia Giulia, con la legge di stabilità, si garantisce tranquillamente circa i DUE TERZI dell’IVA maturata in quella Regione. Come spiega Gentiloni questa differenza di trattamento tra due regioni a statuto speciale? Come lo spiega tenendo conto che la Regione Friuli – V.G. ha meno spese accollate dallo Stato e un reddito pro capite molto più alto di quello della Sicilia?
Lo avrebbe spiegato con le ragioni della forza: voi Siciliani siete SCHIAVI, e quindi non potete essere trattati come tutti gli altri. Se poi qualcuno tenta di parlare ci pensano le TV italiane, da Crozza a Giletti, a spargere quotidiani linciaggi sulla Sicilia in modo da metterci a tacere.
Ora, non giriamoci intorno, riassumendo, Musumeci ha avuto, una volta nella vita, la possibilità di difendere la Sicilia e NON LO HA FATTO. Ha avuto (e crediamo abbia ancora) la possibilità di IMPUGNARE UNA LEGGE INCOSTITUZIONALE E NON LO HA FATTO. Non parliamo di sollevare in via incidentale l’incostituzionalità anche della frode sull’IRPEF, ormai “passata in giudicato”. Non impugna le leggi incostituzionali scadute, pensiamo un po’ se recupera su quelle precedenti.
Eppure noi vorremmo applaudire il Governo regionale. Nessuno dica che “facciamo polemiche”. Le nostre strade si sono separate alla nascita da quella di Armao, è vero, quando abbiamo colto tutta la contraddizione di voler difendere la Sicilia “dentro Forza Italia”, quando questo disegno si è fatto manifesto. Per noi era impossibile, ma siamo sempre pronti ad ammettere pubblicamente di avere sbagliato se si portasse magari a casa qualche risultato.
Purtroppo la storia ci sta dando ragione. Questo Governo, sin dai primissimi atti, si dimostra INCAPACE di difendere la Sicilia.
Non dice da dove nasce il dissesto, in quella che doveva essere un’operazione “verità”. Non ha il coraggio di attaccare lo Stato, che è la madre di tutti i nostri problemi. Non difende in sede politica, né in sede giudiziaria, le ragioni della Sicilia. In pratica si comporta ESATTAMENTE COME CROCETTA.
L’unica differenza è che Baccei racconta la bugia che questi accordi hanno fruttato “nuove risorse” alla Sicilia, mentre questo dice chiaramente che siamo stati raggirati, ma limita la sua azione a una richiesta di “graziosa concessione” dallo Stato tiranno di qualche briciola di ciò che ci spetta. Otterrà qualcosa col piattino in mano?
NO.
Siamo ancora in attesa che altri, dall’opposizione, facciano un’interrogazione parlamentare al riguardo.
L’unica cosa che possiamo fare per ora è informare i Siciliani. E non è poco, aiutateci a farlo. Perché ormai siamo rimasti solo noi a difendere la Sicilia.