Per noi la differenza tra una “lista” elettorale, e un “partito” vero e proprio, nel senso più nobile del termine, sta proprio in questo.
La lista è un’accozzaglia di nomi, come le tante che abbiamo visto in queste elezioni comunali, finalizzata ad ottenere qualche consigliere. Finita la festa, si scioglie la comitiva, che le cose sia andate bene o no.
Un movimento politico, propriamente un “partito”, porta avanti un progetto per i cittadini: prima, durante e dopo le campagne elettorali, a prescindere dal risultato.
A proposito di risultato abbiamo rifatto i nostri conteggi. Nelle sezioni controllate dai nostri rappresentanti di lista “Siciliani Liberi” il nostro candidato ha raggiunto il 2,6 % (poco meno la lista), una percentuale del tutto ragguardevole per un soggetto politico appena nato con un messaggio così radicale. Il massimo mai raggiunto dagli indipendentisti nelle comunali a Palermo dal Dopoguerra ad oggi.
Certo, non ancora soddisfacente, ma un ottimo punto di partenza, se consideriamo la censura dei media, il blocco psicologico del “voto utile” per un partito che dicevano essere da prefisso telefonico (ingiustamente a quanto vediamo) e dall’orgia di liste acchiappa-voti. Non male, tutto sommato.
Questi 2,6 % si riduce, nelle sezioni “non presidiate”, all’1,6 % medio, dando come risultato finale la ponderazione dei due, cioè l’1,76 % che è stato pubblicamente riconosciuto.
Conosciamo un po’ di leggi della statistica. Le sezioni “presidiate” erano sparse per tutta la città, erano cioè completamente casuali. Lo scarto tra le due “popolazioni”, che per un grande partito sarebbe irrilevante (l’1 %), in proporzione alla nostra forza è pari a uno scarto del 62,5 % dei voti!
Ora, è statisticamente IMPOSSIBILE che ci sia uno scarto così elevato da un campione pari a circa il 10 % delle sezioni scelto a caso. La legge dei grandi numeri considera del tutto improbabile che una cosa del genere sia potuta accadere.
Dove sono finiti dunque i nostri voti dove non avevamo il rappresentante? Molto semplice: tra le schede nulle, con qualche facile artificio.
Potremmo chiedere a questo punto il riconteggio delle nulle, vederle a una a una per ristabilire la verità dei fatti. Ci ha trattenuto, con molta saggezza, proprio il nostro candidato Ciro Lomonte: “I palermitani sono stanchi di polemiche e stracci che volano, è ora di lasciarli un po’ in pace”. E ci ha convinto. Per noi non sarebbe comunque possibile raggiungere il 5 % con cui scatterebbero i seggi, e l’unico risultato, quello di non far scattare il premio di maggioranza a Orlando, darebbe qualche consigliere in più a Ferrandelli, il che non è esattamente tra gli obiettivi del Movimento.
E se Ferrandelli non ricorre, per qualunque ragione, essendone il più interessato, il nostro ricorso potrebbe essere preso come puntigliosa litigiosità, potrebbe non essere compreso dall’elettorato. Se altre forze chiederanno il riconteggio, ci assoceremo, giusto per la verità dei fatti. Ma non sapremmo come spiegare ai palermitani il fatto che stiamo ritardando l’insediamento del nuovo sindaco solo per un ricorso che non porterebbe comunque ad alcun risultato concreto per la nostra lista.
Ci basta quindi il dato politico, che è di per sé evidente. Siciliani Liberi è una forza di alcuni punti percentuali, già alle amministrative, le elezioni più difficili. Siamo pronti per competizioni più ambiziose. E in questo senso abbiamo vinto la nostra prima scommessa.
Ma dobbiamo anche dare una risposta ai palermitani che ci hanno votato (a questo punto presumiamo circa 7.000, visto quanto detto sopra).
Molti ci scrivono, ci ringraziano, ci dicono di andare avanti. Qualcuno ha paura che molliamo. Ma non sarà così.
Cari elettori, grazie per la fiducia, ben riposta. Noi continueremo a rappresentarvi anche nei confronti dell’amministrazione di Palermo.
Noi non “andiamo a casa”. Noi, da oggi, siamo opposizione alla giunta Orlando. Opposizione extraconsiliare. Non è vietata la denuncia, non sono vietate le manifestazioni. Noi daremo voce ai palermitani che non si riconoscono in questa giunta coloniale, e prepareremo il futuro. Il nucleo di militanza che si è creato in queste elezioni è l’unico forse, tra le opposizioni, in grado di farlo, proprio perché la nostra lista, a differenza di altre, non è un “comitato elettorale”, ma un soggetto politico vero, una parte della città di Palermo, a fianco dei palermitani, e sono tanti, che sono sempre “fieri di Palermo”.
Il voto “utile” è proprio questo. Un voto che continua dopo le elezioni. Come quello dato a “Siciliani Liberi”.