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A PALERMO L’INDIPENDENTISMO ESISTE E DA QUI SI PARTE

grazie2È giusto dare un’analisi del voto politico di ieri. Un’analisi dal nostro punto di vista e da quello generale della città.
Per la città il dato più evidente è la vittoria a primo turno del sempiterno Orlando. Auguri al vecchio vincitore. Ci dispiace, inutile negarlo, per la città, condannata ad altri 5 anni di declino, dopo i precedenti 35 circa. Potremmo facilmente dire “così hanno voluto i palermitani”. Ma è vero solo in parte. Alla volontà degli elettori ha dato una “manina” una legge elettorale assurda, che consente elezioni a primo turno a un sindaco di minoranza, trascinato dalle sue liste, di numero illimitato. No comment. Peccato per la capitale siciliana. Ma la casta si chiude, e questa volta ce l’ha fatta.
Altro dato che riguarda Palermo è il crollo della partecipazione al voto: dal 63 circa al 52 % circa di votanti. Non è più un’erosione, è qualcosa in più.
Dato negativo? Fino a un certo punto. Negativo se è dato da cittadini attivi che non si riconoscono in alcun soggetto politico. Ma noi crediamo che in gran parte si tratti di voto clientelare in uscita. I partiti sono più deboli, hanno meno voto di scambio da comprare. E di conseguenza cittadini “non partecipi” scelgono di stare a casa. Non tutto il male viene per nuocere.

E veniamo al nostro dato.

Potrebbe sembrare che l’1 e mezzo per cento circa di consensi sia un traguardo troppo modesto. E in valore assoluto, astrattamente, è così. In astratto dovevamo fare un po’ di più, non molto di più, per irrompere nella scena politica siciliana, mentre con questi consensi l’informazione avrà buon gioco a non leggere il segnale, ancora debole, del cambiamento, e a continuare ad oscurarci.
Ma, in concreto, è realistico pensare che difficilmente saremmo potuti andare, a prima uscita elettorale, molto al di là di questo risultato.
Dobbiamo tenere conto di molti fattori, che oggi ricordiamo.
Primo: il meccanismo psicologico del cosiddetto voto utile. Difficilmente un partito “nuovo” viene preso sul serio dall’elettorato. Chi sono? Dove devono andare? Il meccanismo del voto utile o del voto perso a prima uscita, quando non c’è uno storico di riferimento, è difficile da abbattere. Molti ci davano a percentuali da prefisso telefonico, che ci condannavano all’irrilevanza. Se gli elettori avessero saputo che si partiva dai risultati effettivi che abbiamo preso, forse ci avrebbero premiato di più, almeno per dare un segnale. Ma per ottenere questo non c’è che un modo: la perseveranza. Molti pensavano ad una lista effimera. Sta a noi dimostrare che la nostra è invece una presenza strutturale.
Secondo: la legge elettorale è fatta per premiare il clientelismo. I risultati amministrativi, con questa pletora di liste acchiappavoti, hanno un significato politico assai relativo. L’1,5 amministrativo vale non meno del 3/4 % in un voto d’opinione, minimo, come può essere alle elezioni regionali e politiche. E questo dato, che i commentatori sono lungi dal riconoscerci ma che noi acquisiamo tranquillamente, testimonia dell’esistenza ormai stabile di un’area di consenso indipendentista.
Terzo: abbiamo subito una vera e spietata censura, con tutti i mezzi scorretti di questo mondo. L’informazione ci ha discriminato e censurato. Che risultato vi aspettavate dopo che l’elettorato è stato bombardato dai “tre” candidati favoriti? Che ci aspettavamo dopo sondaggi che davano al nostro candidato lo 0,6 % e alla lista la metà? Anzi, abbiamo sconfessato queste previsioni con un consenso di tre volte superiore, che sia bastato o no.
Altra cosa: dobbiamo riconoscere al nostro candidato sindaco grandi meriti. Ha dato credibilità e cittadinanza alla nostra proposta politica. Grazie, Ciro. Se oggi esistiamo politicamente, lo dobbiamo a te.

Riassumendo:
Un popolo indipendentista c’è. È in crescita, anche se non è ancora arrivato al punto di rottura che travolge la politica siciliana. Noi abbiamo il dovere di dare una risposta a questo elettorato, di dare una speranza e una bussola. Chi si stanca o chi vuole “arrivare” per sistemarsi politicamente può “scendere dall’autobus”. Noi lavoriamo per i nostri figli e non abbiamo alcuna intenzione di demordere.
Altro elemento: se oggi esiste nelle urne, con una percentuale di rispetto, un soggetto politico indipendentista, questo è merito di Siciliani Liberi. Speriamo che tutti abbiano l’onestà intellettuale di riconoscerlo.

Cosa faremo alle regionali, alle politiche? Lo valuteremo nei prossimi giorni, al nostro interno. Certo è che sarebbe un peccato disperdere questa potenzialità elettorale e non dare un’offerta politica a tutti quei Siciliani Liberi che non voteranno mai per un partito italiano.

Noi come prima uscita, a un anno e mezzo dalla nostra nascita, possiamo considerarci soddisfatti per questo primo traguardo.

Ringraziamo di nuovo il nostro candidato sindaco, Ciro Lomonte, i candidati al consiglio e alle circoscrizioni, i rappresentanti di lista e gli attivisti.
Noi andiamo avanti. Palermo è solo la prima battaglia di una lunga guerra di liberazione.

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