(immagine a c. di Francesco Paci)
Siciliani Liberi aderisce alla manifestazione di Lentini del 1° maggio contro lo sfruttamento selvaggio dei territori. La Sicilia ha il dovere di reagire. Gli indipendentisti saranno in prima linea nella difesa della nostra Terra.
Sotto il Comunicato congiunto concordato nella Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano:
La Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano aderisce alla manifestazione del Primo maggio che avrà luogo a Lentini (SR). Da alcuni mesi, gli abitanti e le istituzioni di quel territorio si battono per impedire la costruzione di una discarica in contrada Armicci, nei pressi della riserva naturale del lago di Lentini. Con l’arroganza che gli è propria il presidente Crocetta, “nemico interno” dei siciliani, ha imposto d’autorità la costruzione di una discarica che mentre avvelena e uccide le popolazioni locali garantisce lauti guadagni a un pugno di affaristi senza scrupoli; tra questi, la Pastorino Srl di cui è proprietario un imprenditore del Nord che, giovandosi degli appoggi regionali, si arricchisce con l’immondizia di mezza Sicilia. La Consulta per l’Indipendenza del Popolo Siciliano si schiera decisamente a fianco dei “territori insorgenti”, nella convinzione che la sovranità popolare si costruisca, in primo luogo, lottando per la difesa del territorio e rivendicando il sacrosanto diritto all’autodeterminazione.
Inoltre, la partecipazione della Consulta alla manifestazione del 1° maggio riveste un importante valore simbolico, che rimanda alla storia dell’indipendentismo siciliano negli anni del secondo dopoguerra e, in particolare, all’eccidio di Portella delle Ginestre, di cui ricorre il 70° anniversario. Quella storia è stata deformata ad arte dai politici e da molti intellettuali, con l’intento evidente di respingere ogni richiesta di emancipazione politica, economica e culturale del popolo siciliano; nei 70 anni che ci separano da quella strage, infatti, gli indipendentisti siciliani sono stati oggetto di narrazioni denigratorie che li hanno additati, insieme ai mafiosi e ai latifondisti, ai servizi segreti e alle spie americane, come autori di quell’eccidio. Dal 1° maggio del 1947 in avanti, si è cercato di diffamare l’intero movimento per l’indipendenza e la liberazione della Sicilia, mettendo sullo stesso piano “baroni” e “popolani”, chi ordiva trame antipopolari e chi le subiva, chi si assoggettava agli invasori e chi si batteva per liberarsene. Siamo presenti a Lentini per dimostrare che quel complotto ha fatto il suo tempo e che non esiste contraddizione tra quanti lottano in difesa del proprio territorio e quanti si impegnano per affrancarsi dalla schiavitù e dal colonialismo.