Tutti ne parlano ora, dopo che abbiamo lanciato la nostra campagna.
C’è chi ne vuole una per Gela, c’è chi la vuole per Messina, e ora pure Renzi le rilancia.
Noi non siamo “gelosi” della nostra idea. Abbiamo sempre detto che le battaglie istituzionali si fanno con tutti.
E, in particolare per la Zona dello Stretto (Messina e i comuni più vicini, compresa l’area sulla quale dovrebbe sorgere il suo aeroporto), dovrebbe essere – se si può dire – “più speciale ancora”, in quanto zona di frontiera e di transito del maggior flusso di navi intercontinentale, storicamente la nostra “Repubblica Marinara”. Nulla in contrario se l’Italia ne costituisce una parallela e dirimpettaia sulla Calabria estrema, tra Scilla e Reggio Calabria: sono cose che accadono in tutte le frontiere del mondo, specie quelle in cui si guardano tra loro importanti città.
Ma è bene anche vigilare affinché questo potentissimo strumento non venga smorzato da interpretazioni minimali.
Noi non vogliamo 6 o 7 zone economiche speciali costituite da qualche capannone che faccia da “punto franco”, a beneficio esclusivo di investitori esterni.
La nostra “Zona Economica Speciale” si fonde con i diritti dell’insularità, che l’Italia deve riconoscere da subito, da ieri vorremmo dire per le sue due grandi regioni insulari, la Sicilia e la Sardegna.
Siamo pronti a parlare con tutti, persino con Renzi, per portare a casa un risultato di cui beneficerebbero tutti i Siciliani.
Ma quello vero, limitandosi ai più importanti:
1) Fiscalità di vantaggio generalizzata e disposta unilateralmente dall’Assemblea Regionale;
2) Totale destinazione alla Sicilia di tutto il gettito tributario, con agenzia delle entrate proprie, salve le pochissime perequazioni o tributi erariali stabiliti per legge;
3) Moneta complementare sotto forma di strumento finanziario irredimibile e inconvertibile in euro, pubblico e privo di interessi passivi, per il mercato interno;
4) Zona Franca integrale per tutta la Regione;
5) Sburocratizzazione generalizzata per favorire l’insediamento delle imprese;
6) Tutela del prodotto agricolo, ittico, agro-alimentare e in genere tipico del nostro territorio;
7) Devoluzione integrale di tutta la pubblica amministrazione, polizia inclusa e radicale autonomia della stessa magistratura.
Solo su queste basi siamo disposti a negoziare. Il futuro della Sicilia è la stella polare della nostra politica.
Giorno 25 febbraio, a Palermo, inizieremo ufficialmente la raccolta di sottoscrizioni per la petizione “Sicilia Zona Economica Speciale”.
Tutti i cittadini sono invitati. Sabato, ore 9.30, Cine Teatro Lux.