Renzi di nuovo in Sicilia, disperatamente, a fare propaganda per il referendum.
Cosa c’è dietro questa ossessione?
Com’è possibile che il carnefice dell’autonomia siciliana venga a chiedere, proprio a noi, il consenso per massacrarci meglio?
A nostro avviso è evidente che i sondaggi, che poco prima del black out davano il NO in grande vantaggio al Sud, al punto che è proprio questo vantaggio che fa la differenza, saranno disponibili ancora per i vertici del partito democratico, e da lì vengano segnali disastrosi dalla Sicilia per l’attuale governo.
Se è così è una ragione in più per sperare. I Siciliani non sono così addormentati come qualcuno pensa. E ci chiediamo poi a che servano questi viaggi “blindati”, dove il Popolo Siciliano è tenuto lontano, a distanza di manganello. Chi convincerà mai? I suoi devoti famigli e servitori che lo accompagnano e lo applaudono?
Renzi è responsabile non solo del default dell’intera pubblica amministrazione siciliana per i suoi continui furti, ma soprattutto del suo continuo e insostenibile indebitamento.
Toglie tutto alla Sicilia, la costringe a indebitarsi per il tempo che basta a incassare referendum e – magari – politiche. Poi, a regime consolidato, per noi siciliani dovrebbe essere la “soluzione finale”, progettata da tempo.
Ma questo gioco è stato sventato. I Siciliani hanno capito, e non solo manderanno in soffitta la Costituzione voluta da Licio Gelli.
Ma avranno – una volta tanto – il merito di aver mandato a casa il “pallonaro” toscano.
Non sarà certo la soluzione della Questione Siciliana il referendum del 4 novembre.
Ma sarà la prima battaglia che vinceremo. La prima battaglia dei “Siciliani Liberi”.