Si vocifera che nei corridoi della Regione ci sia un’atmosfera da ultima spiaggia. La casta politico-burocratica è assediata e ossessionata dai prossimi appuntamenti elettorali che dovrebbero spazzarla via.
Hanno il potere, ma non hanno più gli elettori. Prima c’era qualcuno che credeva in loro, poi quando nessuno credeva più in loro hanno tentato di comprarli con le clientele, poi quando i soldi sono finiti non possono sperare più neanche in questi. Che fare allora?
Ognuno ha uno smozzicone, un residuo di quelle che furono le “truppe cammellate”, avanzi di un esercito in rotta. L’ultima trovata disperata è la grande ammucchiata finale. Come in altri paesi europei travolti dal “populismo”, anche in Sicilia le chiamano “gross koalition”, “alleanze istituzionali”, ma sono solo volgari ammucchiate di quelli che per decenni si sono scambiati favori, fingendo di lottarsi, i soldatini rossi contro i soldatini blu, sulla pelle di chi lavora e produce. Chissà se, tutti messi insieme, riusciranno a ritardare un po’ il ricambio? Secondo noi, no.
Il centro di Casini e Alfano è solo una casa di fantasmi, capace solo di fare danni alla Sicilia stando a Roma. Però, chissà, “ogni fegato di mosca è sostanza”, un 1 % di qua, un altro di là, si può ancora salvare qualcosa. Il PD dei disastri, degli accordi scellerati, probabilmente non giungerà al 10 %, pur gestendo tutto il potere in Sicilia. Alle “rottamazioni” non crede nessuno, governano direttamente o indirettamente la Sicilia dal 2008, e mai la Sicilia era caduta così in basso nei 200 anni da cui ha perso l’indipendenza. Il PD si allea con notabili qua e là, Sicilia Democratica, Sicilia Futura, nuovi nomi con facce vecchie, vecchissime….
Consiglieremmo a queste liste un nome più verosimile: “Sicilia Passata”.
A questo naufragio fa da sponda il naufragio di quello che fu il centro-destra di Cuffaro e Micciché, con quest’ultimo ancora in sella come se 25 anni di potere forzista in Sicilia fossero passati invano. Sanno anche loro che è finita, che sono cadaveri politici che camminano. Alcuni siciliani, i favoriti dal clientelismo dissennato dei primi anni del millennio, giureranno fedeltà eterna al medico di Raffadali, ma la Sicilia nel suo complesso no, la Sicilia impoverita e disastrata, i suoi giovani cui è negato un lavoro dignitoso e stabile, non hanno alcun debito di gratitudine con questi ras impresentabili dell’eterna e immobile politica siciliana. Prima dicevano “questa volta bisogna unire tutto il centro-destra per vincere”.
Ora si sono fatti i conti e sanno di perdere comunque. Non resta loro che abbracciare i loro falsi nemici, e sinceri amici e colleghi, del “centro-sinistra”, “truccare” le leggi elettorali, in modo che, se non proprio il potere, conservino almeno un po’ di potere d’interdizione per far sì che, se non governano loro, non governi nessun altro e creare il caos, chissà, si tenta la sorte, per l’ultima volta. Ma perderanno. Si devono solo guardare allo specchio per capire che per loro è arrivato il momento della pensione.
Chi resta fuori dall’ammucchiata? Resta fuori il Movimento 5 Stelle di cui tutti i sondaggi predicono che occuperà il vuoto lasciato dagli altri in rotta. Resta fuori Musumeci, eterno “tradito” dal centro-destra, con la sua lista fai-da-te. Sarebbe facile oggi criticare lui e le altre opposizioni che restano fuori per alcune contraddizioni. Non lo facciamo. Registriamo il fatto che essere al di fuori di questa ammucchiata è un titolo di merito, tutto sommato. Anche se questo toglie all’eterno candidato alla presidenza ogni chance realistica di vittoria.
Restano fuori soprattutto gli indipendentisti, quelli veri, alternativi ai vecchi sistemi di potere, ai quali – se si sa giocare bene il momento storico – si aprono praterie impensate. Gli indipendentisti devono partecipare a questo cambio di regime, da soli, ma sullo stesso fronte delle altre opposizioni, per dare voce e volto ai tanti, tantissimi siciliani che hanno compreso che ormai il legame con lo stato italiano è logoro e che la guerra per l’indipendenza politica e per l’edificazione dello Stato di Sicilia è la madre di tutte le battaglie. C’è una Sicilia indipendentista che cresce ogni giorno e che cerca un soggetto credibile per potersi esprimere. E oggi questo soggetto c’è, Siciliani Liberi. Il suo successo dipende solo da noi. Il momento per la Sicilia è drammatico, ma si aprono anche nuovi orizzonti e una speranza: il regime sta per cambiare, è solo questione di mesi. Noi faremo la nostra parte.