Oggi è il 23 maggio ed il pensiero non può non andare a quel sabato del 1992 quando il tritolo ha squarciato le anime dei giusti e i corpi di Govanni Falcone, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ogni evento, ogni manifestazione che oggi si fa per ricordarne il sacrificio è doveroso ed utile perché aiuta a mantenere la loro memoria ed esaltare i valori per i quali sono morti e a farli conoscere a coloro che per età non hanno vissuto quella terribile stagione.
Ai loro nomi si affiancano quelli dei tanti eroi che nella lotta alla mafia, alla ndrangheta, alla camorra e a tutte le schifezze simili, hanno perso la vita. Da Placido Rizzotto a Giuseppe Impastato, da Salvatore Carnevale a Paolo Borsellino, ad Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Un elenco interminabile fatto di nomi noti e di donne e uomini rimasti nell’ombra. E dietro ognuno di loro una storia, ed una catena di vite spezzate insieme alla loro.
A questi eroi noi sopravvissuti dobbiamo rispetto e riconoscenza. Abbiamo il dovere di onorarli ogni giorno e dobbiamo farlo con il nostro impegno quotidiano, con i nostri comportamenti di cittadini rispettosi delle regole e della legalità sempre e dovunque: per strada da automobilisti e da pedoni perché il rispetto delle regole salva vite umane, nelle scuola e nell’università da insegnanti o da alunni perché soltanto la cultura può battere l’incultura della mafia, nei posti di lavoro pubblici o privati perché il lavoro dà dignità solo se è svolto con senso del dovere, nella ricerca del lavoro perché è quando siamo più deboli che bisogna tenere la schiena dritta e la fronte alta.
A questi eroi tutti i Siciliani Liberi devono ispirarsi nella loro azione politica per liberare la Sicilia dal giogo della criminalità e della mala politica che troppo spesso hanno finito per coincidere.