Il sottosegretario Faraone, impegnatissimo nella propaganda per il Sì al referendum, continua a mentire sulla Sicilia e mette in scena un duello con Crocetta per sviare l’attenzione dai veri interessi che si nascondono dietro questa riforma. Se ha il coraggio e la competenza accetti un confronto pubblico con il nostro Presidente, il Prof. Massimo Costa, sulle ragioni del SI e del NO alla legge costituzionale.
E’ partita in pompa magna la campagna renziana per la controriforma costituzionale. Dalle pagine facebook spunta subito la pubblicità a pagamento per il SI (chi paga? Speriamo, gira gira, che non sia il contribuente attraverso il rimborso elettorale…). Ma dopo che questi messaggi sono stati subissati dai NO, si cambia strategia. Il sottosegretario, Davide Faraone, insieme al partito degli ascari, è in prima fila per tentare di confermare con un plebiscito la trasformazione dell’Italia in un paese autoritario. Si inscena un teatrino tra lui e il presidente, Rosario Crocetta, come se i Siciliani non sapessero che appartengono allo stesso, sciagurato, PD che in Sicilia è riuscito nell’impresa impossibile di fare peggio della DC, di Forza Italia, Cuffaro e Lombardo tutti messi assieme.
Si inscena il teatrino tra il finto autonomista, Crocetta, e il vero centralista, lui, per distogliere l’opinione pubblica dai veri drammi della Sicilia. Se vince il SI, pensate un po’!, sapremo quanto prende Crocetta di stipendio… Questa sì che è una grande ragione per andare a votare di corsa… Quanto prende Faraone chissà quando lo sapremo, ma soprattutto non sapremo mai quanto ci costa, quanto ci è costato, in 70 anni, regalare allo Stato italiano i nostri diritti costituzionali. Nello Statuto non si parla di indennità del Presidente della Regione. Non c’entra proprio niente. Mentre sarebbe giusto che quando si parla di questa (contro-)riforma si dica cosa la Regione perderebbe per sempre.
Dice Faraone che lo Statuto “blocca” le belle riforme che vengono da Roma. Ce la spiega una cosa, sottosegretario? Perché nazioni “normali”, delle stesse dimensioni della Sicilia, come la Lituania, la Croazia, la Danimarca, etc. o anche più piccole come Malta o l’Irlanda, riescono di tanto in tanto a fare qualche riforma senza recepirla da Roma? Ce lo vuole spiegare per quale arcana ragione solo il Parlamento siciliano è “incapace” di fare alcunché senza il telecomando romano? Lei pensa che siamo un popolo di “minorati”? E’ questo il suo messaggio? Glielo spieghiamo noi perché le riforme, se tali possono dirsi, si bloccano in Sicilia. Si bloccano perché la maggioranza del Parlamento siciliano è in mano ad ascari di partiti nazionali che aspettano ordini da Roma, esattamente come fate lei e Crocetta, con il quale finge di litigare. E si blocca perché quando, per avventura, qualche legge esce dall’ARS ci pensano il Governo romano o la Corte costituzionale a bloccare tutto. E invece dovremmo fare sapere ai Siciliani quali sono i veri interessi che si nascondono dietro al SI. Se vince il SI lo Statuto sarà carta straccia, e il Governo potrà portare a Roma ancora più soldi e più decisioni di quanto già non faccia ora. Roma potrà camminare, con la vostra collaborazione, sul nostro cadavere. E allora sa cosa le diciamo sig. Sottosegretario? Se ha il coraggio e la competenza accetti un confronto pubblico con il nostro Presidente, il Prof. Massimo Costa, sulle ragioni del SI e del NO alla legge costituzionale. La nostra proposta è sempre valida. Se accetta abbiamo molte cose di cui parlare, cose vere, che nulla hanno a che fare col teatrino di Renzi.