Lettera aperta di Siciliani Liberi a Giancarlo Cancelleri: hai dimenticato qualcosa?

Siamo rimasti stupiti nel leggere l’intervista a Live Sicilia del candidato M5S alla Presidenza della Regione. Ha parlato di tutto (forse pure troppo) dimenticando di entrare nel merito della questione finanziaria e dei furti dello Stato. Come mai? Le nostre domande e le risposte dovute. Alla Sicilia. 

 

Carissimo Giancarlo,

leggo con interesse, ma anche con un certo stupore, la tua intervista di ieri a Live Sicilia (questo il link). Lasciami dire che, anche con tutta la tua prudenza, sono quasi certo che il candidato alla Presidenza del Movimento 5 Stelle sarai tu, per la leadership che bene o male hai esercitato durante questo mandato. Apprendo con piacere che vi sentite pronti per governare. Ho letto e condivido molte delle affermazioni contenute nell’intervista, ma una cosa mi ha colpito davvero. Alcune iniziative del tutto meritorie, come il reddito di cittadinanza, le sottoscriveremmo anche noi domani mattina. Certo, nei dettagli si nasconde il demonio, e dei dettagli prima o poi si dovrà parlare. Un conto è pensare ad un “sostegno al reddito” a chi, per vari motivi, non ha un vero e proprio stipendio o altro reddito (penso a coloro che sono stati espulsi dal lavoro, ma anche alle casalinghe, il cui ruolo sociale non è mai stato adeguatamente riconosciuto, e ad altre categorie), altro conto è pensare a uno “stipendio” disincentivante da ogni forma di ricerca attiva di un’occupazione esteso a tutti. Un “paese di bengodi” che nessuno potrebbe promettere. Ma so che siete responsabili, e che se cantieraste un’operazione rivoluzionaria del genere, lo fareste nel senso del realismo e della responsabilità e non in quello della demagogia. O, quanto meno, questo credito vi dovrebbe esser concesso visto che ancora in Regione (ma anche nello Stato) non avete ancora avuto responsabilità dirette di governo.

Quello che mi sorprende però è la genericità della risposta sulle “coperture finanziarie” di queste ed altre meritorie iniziative: perché qualunque iniziativa pubblica in Sicilia, da un programma di infrastrutture a una radicale defiscalizzazione, necessita di risorse. Volete costruire non solo demolire, e questo è bene. Ma, per costruire, “ci vonnu ‘i pìcciuli”. E da dove li prenderete? Vedi, Giancarlo, oggi potremmo fare facile demagogia extraparlamentare dicendo che si tratta di promesse elettorali, etc. Non lo facciamo, però. Spero tu, e con te i tuoi, cogliate la costruttività della domanda che vi sto ponendo. Noi sappiamo che quelle risorse ci sono. Noi sappiamo DOVE SONO, IN QUALI TASCHE. Ma perché, diamine, allora non lo dici pubblicamente in modo un po’ più chiaro? Noi sappiamo che i nostri soldi, quelli dei Siciliani, sono nelle tasche del Governo dello Stato, nelle tasche di Renzi che le dirotta su altri territori. Ma perché, allora, non lo dici in faccia ad Accursio Sabella quando te lo chiede?

Tu rispondi: “Condurremo una vera caccia agli sprechi”. D’accordo, è importante, ma tutto qua? Non hai altro da aggiungere? La caccia agli sprechi la fa anche l’Italia dai tempi di Monti o ancor prima. La caccia agli sprechi è il leit-motiv dietro il quale si consuma in Grecia il dramma dell’austerity, che espansiva non è per nulla, anzi direi distruttiva. Dai, Giancarlo, alla caccia agli sprechi ci gioco pure io. Ma purché non sia “caccia alle streghe”. La chiusura dei punti nascita è caccia agli sprechi? Il collasso dell’assistenza ai disabili è caccia agli sprechi? La soppressione delle linee di trasporto? La chiusura dei musei? Dai, Giancarlo, queste cose le dice la Trilateral Commission, non può essere la nostra frontiera. Né io né tu abbiamo creato il precariato e si deve voltare pagina. D’accordo, ci metto la firma. Ma che vuoi dire quando affermi che “troverai risorse nel settore dei forestali e della formazione”? Che li dobbiamo mandare tutti a casa domani mattina? Per inciso, alla formazione già ha pensato Crocetta. Quelli sono già licenziati: da lì nuove risorse non ne trovi più, i soldi si contano una volta sola. E comunque è questa la nostra “exit strategy” intelligente dal dramma dell’assistenzialismo?

Caro Giancarlo, un conto è la qualità, un conto è la quantità. Puoi anche (ma è più facile a dirsi che a farsi) modificare la composizione qualitativa della spesa, ma sai benissimo che in Sicilia c’è un buco di miliardi causato dalle sottrazioni dello Stato, e tu che ci dici su questo? Non io, ma il vostro deputato Villarosa ha fatto qualche anno fa un’interrogazione alla Camera per capire come mai su 7 miliardi di IRPEF dei Siciliani (oggi IRE) solo 4 venivano erogati dall’Agenzia delle Entrate alla Regione (e su questi poi si tolgono 1,3 di “Contributo al risanamento della finanza pubblica statale”, il più alto d’Italia). Lo Stato ha risposto “picche”: ce li teniamo e basta, perché voi Siciliani siete (si può dire?) C-O-G-L-I-O-N-I! A quella interrogazione – che io sappia – non è più seguito alcun atto conseguente. Perché risparmiare 4 milioni sugli scontrini dei deputati regionali per regalare poi 4 miliardi allo Stato solo solo da questa voce? Non lo dico per far polemica, non mi interessa, voglio solo realmente capire a questo punto da che parte state. Va bene, concedo pure che forse quell’intervista non ti è sembrato il luogo più opportuno per entrare in questi “dettagli”.

Ma allora, ti chiedo, e chiedo ufficialmente e pubblicamente al Movimento 5 Stelle – Sicilia, le seguenti cose. E vi chiedo, in tutta franchezza, di rispondere punto su punto, anche pubblicamente. Non vi chiedo di arrivare al punto di essere “indipendentisti”. Non è quello il vostro elettorato, ma sulla Questione finanziaria siciliana vi chiedo semplicemente CHIAREZZA.

1. Siete consapevoli del fatto che oggi l’Italia sottrae alla Sicilia almeno il 40 % delle risorse finanziarie che le spettano per Statuto e che quindi l’Italia, e non gli sprechi-corruzione-mafia-privilegi, sono la reale causa del totale dissesto finanziario di Regione e Comuni siciliani, e con essi, del collasso di tutta l’economia siciliana?

2. Siete disposti a difendere e a rilanciare i diritti costituzionali dei Siciliani, presentando in un colpo solo tutti i decreti attuativi dello Statuto in materia finanziaria come una sorta di ultimatum allo Stato italiano?

3. Siete disposti a non rinunciare alla libertà di manovrare le imposte come uno stato sovrano, scolpita a caratteri cubitali nell’art. 36 dello Statuto e a introdurre questa facoltà di gestire la nostra fiscalità di vantaggio nei decreti da presentare allo Stato italiano all’indomani di una vostra eventuale vittoria alle elezioni?

4. Siete disposti, se malauguratamente dovesse vincere il SI al referendum costituzionale, ad approvare una riforma dello Statuto in cui non si arretra di un millimetro rispetto al dettato del 1946 (compresa l’Alta Corte), e in cui anzi si specifichi che lo Statuto è norma speciale che prevale sulla Costituzione, anche sulle materie riservate allo Stato ex art. 117 Cost, che tutte le funzioni legislative oggi concorrenti diventino esclusive per la Regione e che, per la Sicilia, non sia applicabile la sciagurata “Clausola di Supremazia”, che azzera ogni autonomia, ordinaria e speciale?

5. Siete disposti, in questo pacchetto di provvedimenti attuativi, ad istituire immediatamente una moneta complementare siciliana, sotto forma di certificato di credito fiscale infruttifero, per spezzare le catene dell’austerità imposta dall’eurozona e dal patto di stabilità?

6. Siete disposti, finché questa maledetta gabbia chiamata Unione Europea esiste, ad approvare un pacchetto di norme, da negoziare in Europa, che garantisca alla Sicilia uno speciale status fiscale, monetario, commerciale e doganale? Minacciando naturalmente, qualora l’Europa non lo accettasse, di uscire come hanno fatto le Isole Faer Oer che costituiscono un precedente di regione autonoma non appartenente all’UE?

7. Siete disposti, qualora – come quasi certamente avverrà – lo Stato non si piegasse alle legittime richieste della Sicilia, a considerare “sciolto” il patto unitario del 1946 e a indire un referendum per la piena indipendenza dello Stato di Sicilia? (Costituzionalmente è possibile, se siete interessati, possiamo spiegarvi qual è lo strumento tecnico adeguato),

Se siete disposti a difendere i diritti dei Siciliani, vi chiediamo di dirlo più apertamente, più chiaramente. I diritti si difendono a spada tratta, non nascondendosi dietro al moralismo da “bar dello sport”. Se siete disposti a questa guerra di liberazione noi siamo pronti, nel nostro piccolo o grande che sia (siamo una forza politica appena nata) a dialogare con voi in maniera costruttiva. Se ritenete che basta un po’ di pulizia morale per mettere a posto i conti della Regione e dare risposte concrete alla Sicilia, va bene, ne prendiamo atto, e, purtroppo, d’ora in poi saremo costretti a considerarvi un “partito italiano come tutti gli altri”. Ma spero vivamente che non sia così.

Se siete d’accordo sino al punto 6, ma non avete e non avrete mai l’ardire di mettere in discussione l’appartenenza della Sicilia all’Italia, vi chiediamo allora attraverso quali strumenti concreti pensate che un diritto all’autonomia, violato da 70 anni, potrà mai essere esercitato se non con la minaccia dell’indipendenza. Se esiste un altro strumento fatecelo sapere, siamo pronti ad ascoltare.

Le domande che vi abbiamo posto richiedono una risposta, sono certo che ne converrete. Non la dovete a noi, ma alla Sicilia che vi ripromettete di andare a governare. Noi, Siciliani Liberi, siamo pronti a fare la nostra parte.

Massimo Costa

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