Strano atteggiamento quello dell’astensionista Renzi. Chi si astiene dovrebbe disinteressarsi al voto. E invece in questi giorni si moltiplicano gli appelli, sempre più disperati, per “non” andare a votare. Hanno scomodato persino l’emerito ‘re Giorgio Napolitano’, un marchio e una garanzia, per legittimare l’assenza di democrazia in Italia….
Ormai l’abbiamo capito, vogliono governare il Paese con una minoranza di votanti e una maggioranza di “disinteressati”. A prescindere dal risultato di domenica prossima ciò rappresenterebbe il naufragio totale delle istituzioni democratiche di questa italietta. Persino la grande stampa “nazionale” è stata mobilitata. Ieri un articolone del “corrierone” pontificava sull’assoluta, granitica, certezza del mancato raggiungimento del quorum e della conseguente “tranquillità” di Renzi. Strano modo di essere “tranquilli”… Se fosse davvero tranquillo non farebbe l’inusuale appello “non-elettorale”.
Se fosse tranquillo non direbbe che il referendum “è una bufala”: caro Renzi, sei tu la vera bufala di questo Paese e che in queste ore cominci ad avere paura. Secondo noi, invece, e lo abbiamo visto in questi giorni di volantinaggio, i favorevoli alle trivelle sono una sparutissima minoranza. L’unica speranza per loro è che l’astensione cronica del 40 % consenta loro di “vincere” con l’aiutino di un 5/10 % di astensionisti volontari…. Una speranza difficile da concretizzarsi dopo lo scandalo del petrolio lucano. Però – è vero – siamo sul filo di lana, non per merito loro ma per colpa della disaffezione generale alla politica.
Ragione in più per invitare tutti i nostri amici e conoscenti ad esercitare un diritto civico fondamentale e a difendere la nostra economia e la nostra salute.Tanto più perché questo diritto ce lo vogliono togliere, tanto più perché questo sarebbe una sonora sberla per la casta italica di nominati che oggi ci governa e per Renzi in particolare. Noi oggi saremo ancora, come da programma, in diverse piazze a fare volantinaggio e propaganda per il SI’. Questa è anche una “nostra” battaglia, la prima nella quale ci confrontiamo con le urne.
Per questo guarderemo con grande attenzione al risultato siciliano in particolare, anche in confronto a quel che succederà in Italia. Se dovesse vincere l’astensione, al di là degli effetti mancati del referendum, questo rappresenterebbe la fine di uno strumento potente di democrazia diretta. Questo significherebbe che la casta da oggi in poi saprà di poter boicottare ogni iniziativa popolare e fare di noi ciò che vuole. Sarebbe un segnale grave, l’ennesimo, di decadenza di una Costituzione ormai calpestata e derisa.
Se vincerà il SI’ sarà l’inizio della fine per il giullare di Firenze. E una vittoria, in particolare, per la Sicilia. Non abbassiamo la guardia in queste ore, portiamo tutti al seggio e a votare SI’ al referendum contro le trivelle nel nostro sacro mare.