Un altro passo in avanti. La manifestazione di ieri a Palermo che ci ha visti sfilare insieme con i No Triv, No Muos, semplici cittadini stanchi di questa politica e studenti, è solo l’inizio di un percorso che ormai è irreversibile: la liberazione della Sicilia…
C’eravamo anche noi ed eravamo in tanti. La manifestazione di ieri a Palermo ci ha visti sfilare in corteo insieme con tanti siciliani che hanno capito che è ora di combattere per liberare la Sicilia da un Governo regionale di ascari e da un Governo nazionale che ci considera come l’ultima delle colonie. Eravamo mille o duemila? Quello che è certo è che eravamo tanti e per una città che spesso sembra avvolta da una cappa di sonno, si tratta di un successo.
I militanti di Siciliani Liberi sono arrivati anche da altre città della Sicilia, convinti del fatto che la nostra presenza alle manifestazioni popolari è ormai un fatto ineludibile. Ed, infatti, siamo stati il ‘sale’ della protesta di ieri. Le nostre bandiere erano tantissime, i nostri slogan si distinguevano con chiarezza nel coro di voci che urlavano la loro rabbia contro una politica che svende i nostri diritti e il nostro territorio.
Ieri l’ennesima prova del fatto che la Questione Siciliana è essenzialmente una Questione Politica e che proprio nella mancanza di libertà e indipendenza della Sicilia è da cercare l’origine di quasi tutti i nostri mali.
Le voci di ieri erano tante, ma la battaglia una sola. Nell’accusare Crocetta e il PD di essere “schiavi di Roma” anche gli altri manifestanti stavano dimostrando di avere capito quale è il problema e quale può essere la soluzione, l’unica.
No Triv, No Muos, disoccupati, studenti, agricoltori, disoccupati: tutti vittime dei soprusi di “un Governo fantoccio che dice solo sì alle richieste di Roma” come ha sottolineato Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi parlando con i giornalisti.
La presenza, poi, di tanti giovani studenti – che sono stati in prima linea nell’organizzazione della manifestazione- è un fatto che ci riempie di orgoglio e speranza. Vederli sventolare la bandiera Siciliana, sentirli urlare la loro rabbia contro una classe politica che ha svenduto il loro futuro sull’altare delle segreterie dei partiti nazionali, sentirli inneggiare alla libertà della Sicilia, ci fa comprendere che i semi che abbiamo seminato in questi anni, con le nostre iniziative e con le nostre campagna di sensibilizzazione, stanno germogliando.
Che loro, insieme con tanti altri Siciliani, alle fandonie che ci raccontano (e che ci fanno studiare) non credono più. Hanno capito benissimo che lo Stato italiano continua a fregarci con la complicità degli ascari Siciliani. E che non ci sarà futuro per questa terra finché non ci sarà al governo una nuova classe politica pronta a battersi per la madre di tutte le battaglie: la questione finanziaria (qui un approfondimento). E che se lo Stato, come ha sempre fatto, non ci ascolterà, l’unica via sarà quella dell’auto proclamazione dell’indipendenza, dopo avere mandato a casa tutti i politici che continuano a rispondere agli ordini romani massacrando i nostri diritti e regalando le nostre risorse.
La strada è ancora lunga. Ma, ieri, anniversario del Vespro Siciliano, un altro passo in avanti è stato fatto.