Grazie al nostro pressing, i deputati di Sala d’Ercole hanno salvato la società che si occupa di riscuotere i tributi nella nostra regione dalle grinfie di Equitalia. Ma si tratta di una vittoria a metà. Finché resta nelle mani di questi politici, gli interessi dei Siciliani non saranno tutelati del tutto. Quello che noi proponiamo e che speriamo di potere concretizzare alla prossima legislatura, è la regionalizzazione dell’Agenzia delle Entrate
Ogni tanto- evento rarissimo- dall’Assemblea regionale siciliana esce qualcosa di buono. Ed è anche grazie a noi. Con il nostro appello (lo potete leggere qui), infatti, abbiamo attirato l’attenzione dei deputati regionali e li abbiamo messi in guardia dai rischi che la Sicilia avrebbe corso se avessimo dato in pasto ad Equitalia la società che si occupa della riscossione dei tributi nella nostra regione. Ovviamente parliamo di Riscossione Sicilia che, al di là dei problemi di governance (che ci sono, tant’è che l’attuale cda è stato costretto alle dimissioni) rimane uno strumento importantissimo per tutelare gli interessi dei Siciliani.
La seduta dell’Aula, dove si sta discutendo la finanziaria, ha riservato qualche sorpresa. Perché all’inizio una parte di parlamentari (vedi Forza Italia, ma non solo) hanno provato a venderci la storiella della necessità del passaggio ad Equitalia. La sorpresa è arrivata con l’intervento di numerosi deputati che hanno invece sostenuto con forza la tesi secondo cui tale scelta avrebbe costituito l’ennesimo colpo basso all’ Autonomia Siciliana. La cosa ancora più strana è che l’abbia fatta anche il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta che però, come gli hanno ricordato in molti, risulta poco credibile avendo, lui stesso, contribuito ampiamente a picconare lo Statuto con il suo atteggiamento servile nei confronti del Governo nazionale (basti ricordare, tra i tanti esempi, la rinuncia ai contenziosi con lo Stato).
Piuttosto, siamo convinti che a determinare questa presa di coscienza dell’Ars che alla fine ha approvato la norma che ricapitalizza la società mettendola al riparo dagli avvoltoi di Equitalia, sia stata la constatazione di una opinione pubblica più matura che, anche grazie alle nostre campagne di sensibilizzazione, comincia a distinguere tra quelli che sono i nostri interessi e quelli che sono gli interessi delle lobbies nazionali tra le quali inseriamo anche il Governo nazionale da sempre abituato a distrarre risorse e mezzi da questa terra, considerata come la peggiore delle colonie.
Ma non basta. Va da sé che finché questa società resta nelle mani di questi politici non è al sicuro. Ci hanno abituati ai voltafaccia, alle svendite e ai colpi bassi. Potrebbero farlo ancora. Di certo, possiamo dire cosa faremmo noi e cosa faremo se alla prossima legislatura saremo all’Ars: la Sicilia deve regionalizzare l’Agenzia delle Entrate e dare piena applicazione all’articolo 37 dello Statuto che dice chiaramente che la Regione deve avere i propri uffici finanziari.
Finché non sarà fatto, lo Stato, con la complicità dei soliti ascari, potrà ancora mettere le mani sui nostri tributi, come fa da 70 anni a queste parti. Non ci sono altre soluzioni perché continuerà a farlo nonostante i moniti della Corte dei Conti Siciliana che anche nella deliberazione del dicembre 2015 ha accusato l’Agenzia delle Entrate di trattenere unilateralmente tributi che spetterebbero alla Sicilia “privando conseguentemente la Regione – hanno scritto i giudici contabili – della liquidità necessaria per fare fronte alla chiusura del programma comunitario e ai pagamenti della PP.AA”. Pensate cosa farebbero se anche Riscossione Sicilia finisse nelle loro mani.
Per il momento, dunque, anche grazie al nostro pressing, abbiamo scansato un pericolo. Ma, lo ripetiamo, è necessario un ulteriore passo in avanti che solo chi lavora per proteggere gli interessi dei Siciliani potrà compiere.