Eccolo qui: un altro scienziato che spara a zero contro la Sicilia non sapendo di che parla. Fornendo un altro esempio di cattivo giornalismo. Parliamo di Paolo Del Debbio il cocco del centrodestra (volevano candidarlo a Milano) che ieri sera nel corso della sua trasmissione ha vaneggiato. Perché non ci dà la parola? Cosa temono questi signori sempre pronti a dire bugie sulla Sicilia? Massimo Costa gli risponde per le rime…
Egr. Signor Del Debbio, lei – come tanti – fa facile linciaggio a senso unico contro la Sicilia. E’ di moda, è uno sport in cui si “vince facile”. Ma non si accorge che, facendo così, fa pessimo giornalismo e disinformazione. Le spiego subito perché.
Lei, come tanti, parla a sproposito del numero dei dipendenti della Regione Siciliana. A sproposito, perché i dipendenti della Regione in Sicilia svolgono funzioni che altrove sono svolte da dipendenti statali. In pratica la Sicilia lei la deve pensare come uno stato a sé, non come una Regione, e allora i conti tornano. Recenti statistiche hanno dimostrato abbondantemente che il numero di dipendenti pubblici pro capite in Sicilia è al di sotto della media nazionale. Che importa al contribuente se in Lombardia, dove sono proporzionalmente di più, anziché essere regionali sono statali? Detto questo noi di Siciliani Liberi siamo per un’amministrazione snella, ma anche qualitativamente ben proporzionata. In questo momento però NON C’E’ un problema di esuberi di pubblico impiego in Sicilia. E chi dice il contrario spande solo disinformazione e razzismo.
Io sono un docente universitario. L’università è una delle pochissime branche della P.A. che lo Stato non ha accollato alla Regione (e ai contribuenti siciliani). Se lo avesse fatto, come con la motorizzazione o le camere di commercio o con i forestali o altro, oltre al danno di pesare solo sui contribuenti siciliani, avremmo dovuto subire la beffa di sopportare i “cattivi giornalisti” come lei, che avrebbero detto che i dipendenti regionali sono TOT + X, dove X è il numero dei dipendenti universitari. Spiegato così facile ora lo capisce?
Altra inesattezza riguarda i vitalizi di deputati ARS etc. Premesso che siamo contrari ad ogni privilegio e riteniamo che, da Bolzano a Lampedusa, le pensioni comunque chiamate debbano calcolarsi con il metodo contributivo o comunque con lo stesso metodo per tutti… Ma, detto questo, non esiste alcuna specificità siciliana. L’attuale legislatura, va dato ogni tanto merito al Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Giovanni Ardizzone che complessivamente NON stimiamo, ha abolito tutti i privilegi, lo sapeva? Adesso i deputati percepiscono l’indennità solo al compimento del 65o anno e solo se hanno fatto almeno una legislatura intera di mandato. Non è intervenuta la legislazione sul pregresso, cioè sui vecchi pensionati, sui diritti acquisiti. Ma lo sa perché? Perché la Regione non può, per difetto di competenza, aggirare un principio generale dell’ordinamento italiano qual è quello dei famigerati “diritti acquisiti”. Lì ci vuole una legge dello Stato. Se la Regione avesse tentato di toccare da sola quegli interessi, i percipienti avrebbero fatto causa e l’avrebbero facilmente vinta, arrecando ulteriori danni alle casse della Regione. Riepilogando, per spiegarglielo facile facile, la Regione ha fatto tutto quello che poteva fare per il presente e per il futuro. Forse potrebbe fare qualcosa in più? Forse sì, ma già siamo sulla strada giusta. Sul passato nulla poteva e nulla ha fatto.
Ma lei di cosa sta accusando quindi la Regione? Il vero fatto è un altro. Il fatto è che voi ITALIANI avete messo gli occhi sulla nostra Autonomia, che è fondata essenzialmente sulla responsabilità, perché la Sicilia vive delle imposte dei Siciliani e non di quelle sue, stia tranquillo. E per questo avete ordito una vergognosa e unilaterale campagna di linciaggio e di razzismo della Sicilia, finalizzata a sbranarci e farci diventare un business per i vostri comitati d’affari. Ci inviti a Quinta Colonna e le spiegheremo meglio perché è l’Italia la palla al piede della Sicilia e non viceversa, se ne ha il coraggio e l’onestà intellettuale. E sappia che sempre più Siciliani si sono rotti le scatole di questo paesucolo autoritario, razzista e sleale che è l’Italia. Quando, tra non molto, saremo la maggioranza, ce ne andremo e dovrete cambiare palinsesto.