Un’Assemblea di servi, o almeno una maggioranza di servi, sta approvando, sotto la dettatura (e la dittatura) di un ragioniere inviato da Roma, una finanziaria di occupazione militare. Una finanziaria da spettri greci. Dove, al posto della Trojka, c’è l’occupante italiano, ormai sfacciatamente paese nemico, che ORDINA la recessione per mezzo di mezzo miliardo di tagli alla già esangue economia siciliana.
E i servi ubbidiscono silenziosi e con gli occhi bassi. Una finanziaria che anche il giornalismo locale più moderato non esista a definire “sotto ricatto”. La Sicilia, per avere un filo di risorse che le consentano di far finta di sopravvivere deve accogliere tutte le richieste riparatorie di guerra del nemico: Guai ai vinti! Non c’è pace e giustizia per loro.
Ma la cosa grave è che molti siciliani non lo sanno. Pensano ancora che l’Italia sì forse sta ricattando la Sicilia, ma lo fa per il suo bene. Che alla fin fine se dall’Italia non arrivassero questi soldi la Sicilia non ce la farebbe.
E invece non è così. Non ci stancheremo mai di dirlo. L’Italia ruba alla Sicilia alla luce del sole. E’ diventato quasi inutile predicarlo. I Siciliani stessi non credono ad altra favola se non a quella del lavaggio di cervello a telecamere riunite.
Si dice che lo Stato, se faremo questi tagli ci “regalerà” mezzo miliardo. E’ falso. Potremmo dimostrarlo in molti modi, ma rischieremmo di risultare noiosi. Un solo dato, però, inconfutabile, sperando che almeno la matematica sia sottratta al lavaggio di cervello: il Friuli-Venezia Giulia è “taglieggiato” dallo Stato per il famigerato “contributo al risanamento della finanza pubblica” per poco più di 400 milioni di euro, con un PIL di poco meno di 40 milliardi di euro l’anno; la Sicilia, con un PIL inferiore agli 80 miliardi (meno del doppio quindi) paga invece circa un miliardo e trecento milioni, circa il triplo. I conti non tornano, mai! Se, solo da questa voce, si riportasse ad equità questo contributo, già il “regalo” di mezzo miliardo da parte dello Stato sarebbe tutto assorbito. E ci limitiamo a questo.
Nessuno ci difende più: né la Corte Costituzionale, né la Presidenza della Repubblica, né alcuna giustizia od ordine costituito.
Solo noi, le nostre braccia, la nostra volontà potranno riportare le cose in ordine, e solo troncando ogni rapporto con la falsissima Repubblica Italiana. Solo con la Sicilia Indipendente ci salveremo. Dobbiamo saperlo e volerlo. L’alternativa è il caos alla greca. Ma quello è già il nostro pane quotidiano