“La Sicilia, se smette di farsi derubare dall’Italia, può dare risposta tanto ai precari quanto ai disoccupati: hanno infiammato la platea le parole pronunciate stamattina dal professor Massimo Costa, leader del movimento indipendentista Siciliani Liberi, al congresso dei forestali siciliani aderenti al sindacato autonomo Sifus, andato in scena a Palermo.
Una categoria bistratta, come sappiamo, sia dalla politica che dai media che continuano a non volere vedere la vera radice di tutti i mali.
“La stabilizzazione, dopo decenni di inganni e ricatti elettorali, è possibile con le sole risorse della Regione,- ha sottolineato il professor Costa- dapprima come part-time, a partire dai più deboli (i 78-isti) e poi via via con l’estensione del periodo di lavoro per tutti i dipendenti fino all’ottenimento del tempo pieno. La copertura finanziaria, pari a poche centinaia di milioni l’anno è solo una piccola frazione delle somme che illegalmente lo Stato trattiene ogni anno alla Sicilia”.
“Gli operai antiincendio devono diventare un corpo a difesa del territorio, in tutte le sue forme, dalla lotta contro il dissesto idrogeologico, alla piantumazione con specie autoctone, alla manutenzione, alla lotta contro la desertificazione. C’è bisogno, – ha continuato Costa- realmente, di un lavoro straordinario e ordinario per dare prospettive di mantenimento della stabilità di un territorio oggi segnato da frane e disastri continui che mettono in discussione anche importanti infrastrutture di trasporto o idriche di cui beneficiano tutti i Siciliani”.
Ma non solo. “La gestione delle aree protette, poi, può anche dare un ritorno economico che soddisfi in parte del sacrificio economico da realizzare per la stabilizzazione.
Ciò che si deve evitare è la guerra tra poveri. La Sicilia, se smette di farsi derubare dall’Italia, può dare risposta tanto ai precari quanto ai disoccupati, che invece oggi la politica italiana tiene in guerra permanente per poter lucrare politicamente da questa conflittualità.
Sul paventato blocco del turn over, Costa è stato altrettanto chiaro: “Il turn-over non può essere bloccato: sono lavori usuranti che hanno bisogno di giovani, da assumere nella piena legalità e senza favoritismi di sorta. Impiegati a tempo pieno e indeterminato, dietro concorso o chiamata dagli uffici di collocamento secondo legge. Può e deve però essere rallentato, affinché in 10 anni massimo l’organico, a tempo pieno, rientri entro limiti fisiologici, adatti alla natura del lavoro e alle specificità del territorio siciliano”.
“Ma per far questo- ha detto il leader di Siciliani liberi rivolgendosi ai presenti- i forestali devono uscire dalla lotta corporativa e fare propria la lotta per l’indipendenza nell’interesse di tutte le categorie e di tutti la Sicilia. Così come gli aderenti al SIFUS hanno stracciato le tessere dei sindacati confederali, cinghia di trasmissione dei poteri forti, così devono stracciare ogni collaborazione coi partiti italiani: gli stessi soggetti che li hanno legati al laccio del bisogno non potranno essere quelli che risolveranno i loro problemi”.
L’intervento, come detto, è stato accolto dal caloroso e generale sostegno della platea. Al congresso hanno partecipato anche deputati dell’Assemblea regionale siciliana Nello Musumeci, Giancarlo Cancelleri, Vincenzo Figuccia, Vincenzo Vinciullo, Luca Sammartino e il deputato nazionale, Erasmo Palazzotto. In rappresentanza del governo regionale,il dirigente Gandolfo Librizzi.
La voce di Siciliani Liberi si è distinta, ancora una volta, tra tutte.