Il caso non è chiuso. Un servizio pubblico non può ignorare quello che è successo. Un servizio pubblico, dopo i gravissimi insulti di Carlo Panella, ci deve il diritto di replica, peraltro sancito dalla normativa italiana. Stiamo ancora aspettando e andremo fino in fondo finché non vedremo riconosciuto il nostro diritto.
Abbiamo preso atto della presa di distanza del conduttore di Unomattina, Tiberio Timperi (vi abbiamo raccontato qua delle sue scuse). Ma questo non può bastare. La gravità degli insulti di Carlo Panella contro i Siciliani (qui il caso), pronunciati davanti a milioni di telespettatori, impone al servizio pubblico di riconscereci il diritto di replica. Il professore Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi, lo scrive nero su bianco in una lettera inviata alla Rai che potete leggere qui sotto:
“Spett. Rai,
le affermazioni razziste e inqualificabili pronunziate dal Sig. Carlo Panella in diretta a Codesta Trasmissione, sebbene il conduttore se ne sia garbatamente dissociato, hanno fatto passare comunque un messaggio gravissimo e inaccettabile da una trasmissione ascoltata da milioni di telespettatori e per di più gravata dagli oneri di un servizio pubblico. La risonanza data dai media alla protesta che ne è seguita, e che è partita dal nostro Movimento, ha in parte reso giustizia di questa enormità, ma, proprio dalla lettura di alcuni commenti che si sono potuti leggere in rete, si rivela la persistenza di pregiudizi e di ignoranza contro 5 milioni circa di cittadini, colpevoli del solo fatto di essere siciliani; il servizio pubblico non può alimentare questa cultura violenta e discriminatrice. L’episodio non è il primo e, purtroppo, temiamo non sarà l’ultimo.
La Sicilia è quotidianamente presentata, nei media nazionali, come la sentina di tutti i vizi nazionali, spesso esibendo dati e informazioni errate, e senza mai un valido contraddittorio. Assistiamo ogni giorno a un processo sommario senza difesa su pubblica piazza. Adesso viene addebitata ai Siciliani la più odiosa delle barbarie. La misura è colma. Un servizio pubblico non può più ignorare quello che è successo. Un servizio pubblico ci deve almeno, dopo queste affermazioni deliranti, un diritto di replica nella stessa fascia oraria, oltre a prendere immediati provvedimenti nei confronti della persona che ha pronunciato queste affermazioni, alla quale – ci risulta – tocca persino un gettone di presenza, finanziato anche con il canone pagato dai Siciliani. Noi, nell’inerzia della Regione Siciliana, andremo in fondo a questa vicenda finché non ne avremo ottenuto soddisfazione. Siamo certi di una vostra risposta positiva”.
Cordialmente,
Siciliani Liberi
Il Presidente Prof. Massimo Costa